Minacce di morte, calunnie, offese, comportamento persecutorio reiterato. Sono questi i reati che vengono ravvisati nella denuncia presentata dal parroco di Favelloni, frazione di Cessaniti, don Andrea Campennì. Un esposto che il sacerdote ha presentato ai carabinieri della locale stazione nei confronti di un suo concittadino che lo avrebbe ripetutamente vessato fino ad arrivare a minacciarlo verbalmente di morte.

Le minacce continue


Don Andrea, raggiunto telefonicamente, si è detto provato per l’intera vicenda ma deciso ad andare avanti: «Prima come prete e poi come uomo ho riflettuto abbastanza prima di compiere questo passo dopo due anni e più di persecuzione con tantissimi episodi gravi e molto tristi. Il Vangelo - evidenzia - ci invita a perdonare, come ho fatto tantissime volte, ma anche ad ammonire chi sbaglia. Se non sappiamo unire la compassione alla giustizia, finiamo per essere inutilmente severi e profondamente ingiusti. Molti possono pensare che la misericordia sia un permettere tutto, quasi disinteressandosi della vita dell’altro. Ma questa non è la misericordia evangelica, che invece si confronta con la vita dell’altro, che ha a cuore la storia degli uomini non invece sfruttare gli uomini».

La denuncia


La vicenda è stata denunciata nel dettaglio ai militari dell’Arma che stanno proseguendo con le indagini concentrandosi soprattutto sulle questioni che riguardano l'oratorio. «L’ho fatto - ha spiegato don Campennì - perché amo il mio essere prete perciò mi voglio sentire libero di operare nella mia comunità e non intimorito ad esprimere al meglio quello che Dio vuole trasmettere alla comunità attraverso di me. Nessun uomo può fermare l’opera di Dio. Non voglio essere un prete chiuso per paura o preoccupazione ma un prete libero con tutte le energie che può avere un prete giovane».


E ancora, «un’altra motivazione di questo mio passo è stata preservare tutti coloro che stanno intorno a me, tra cui i miei ragazzi annessi all’oratorio. Io sono stato prete paziente, i miei ragazzi non sono preti e non voglio vederli perdere la pazienza per difendere il suo parroco». Nel dettaglio della denuncia spiega: «ho denunciato per minacce di morte, calunnie, offese, comportamento persecutorio reiterato, intento di costui era quello di infondere in me timore, ansia e preoccupazione al punto che non mi permette di svolgere la mia vita quotidiana umana e sacerdotale. Le vessazioni subite danneggiano la mia incolumità che mi porta ad un regime di vita insopportabile. Si sono verificati tantissimi episodi gravi, ma ora basta».

 

«Tutelo la mia comunità e i miei ragazzi»


Il pensiero rimane fisso sulla comunità da lui spiritualmente guidata: «i miei parrocchiani non c’entrano nulla, non voglio che passi un brutto messaggio sulla comunità. Non vado via per paura. Sulle minacce non commento ma si corre un rischio, ovvero quello di inquinare un ambiente sereno, costruito con fatica da anni di lavoro. Abbiamo e stiamo investendo tanto, forse al di là delle nostre forze, per creare una struttura bella per i nostri ragazzi come l’oratorio e non saranno questi episodi a farci scoraggiare o impaurire. Noi andremo comunque avanti».

Dalla parte del religioso si è apertamente schierato il sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo. «Queste intimidazioni sono da condannare senza se e senza ma, ed ogni forma di violenza, anche verbale, deve essere condannata e non è degna di una moderna società civile. Come istituzione sono vicino a don Andrea e sono certo che non si lascerà intimidire nella sua opera sacerdotale. Non possiamo e non dobbiamo - ha aggiunto il primo cittadino - sottovalutare questi aspetti e comportamenti perché la maturità di un paese si vede anche dalla reazione a certe dinamiche che devono essere estirpate dal nostro contesto». Come ribadito a più riprese dal sindaco, il parroco rappresenta «un pilastro fondamentale ed indispensabile per tutti noi e continuerà ad esserlo per tanto tempo ancora».