VIDEO | È una di quelle ricorrenze quella del 2 novembre molto sentite dai cittadini che richiama il valore della vita e dei sentimenti
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«Ogni anno il 2 novembre c'è l'usanza, per i defunti andare al cimitero. Ognuno ll'adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero». Così recitava Antonio de Curtis, in arte Totò, ne “A livella”. Una straordinaria riflessione che in questa giornata dedicata ai cari defunti ci ricorda che di fronte alla morte siamo tutti uguali e che quella di oggi è sicuramente una delle ricorrenze più sentite dalla popolazione.
«È una delle tradizioni più belle che ancora resistono – dice un cittadino catanzarese – speriamo che non si vada a disperdere con le nuove generazioni. Io son padre di tre figli che sottovalutano queste cose senza rendersi conto che sono valori inestimabili. Ancora adesso che ho 80 anni ricordo le lezioni dei miei nonni, le parole di mio padre, i suoi consigli e i suoi suggerimenti».
Il ricordo dei propri cari
Una giornata in cui i cimiteri si riempiono di fiori e preghiere per amici, parenti, conoscenti passati a miglior vita nonostante i cancelli siano aperti ogni giorno.
«Noi andiamo al cimitero tutte le domeniche senza aspettare il giorno dei morti – dice una signora -. C’è chi viene solo in questa ricorrenza ma ringraziamo Dio che almeno ancora ci si ricorda dei propri defunti. I morti si ricordano sempre». E in questa mesta ricorrenza il commosso ricordo dei nostri cari richiama il valore della vita e dei sentimenti.
A Catanzaro, così come in ogni altro cimitero, c’è chi porta un fiore ai genitori, chi alla moglie, chi al marito scomparso prematuramente, come racconta la signora Rosa: «Ogni domenica vengo a trovare mio marito Pasqualino. Parlo sempre con lui, pure a casa, perché è sempre vicino a me». A lui la signora Rosa porta sempre rose rosse, le stesse che lui le donava quando era ancora in vita perché sapeva che in quel modo l’avrebbe resa felice.
Il dolore della perdita
Ma c’è anche chi si è trovato di fronte a una delle prove più dure della vita, forse quella più difficile da accettare per un genitore, ovvero la morte di un figlio andato via troppo presto. Come la signora Teresina che prega di fronte alla tomba di Rosanna, la sua bambina volata in cielo a soli 14 anni il 25 aprile 2018: «Il cielo le ha messo le ali quando era ancora piccola, io la sento molto vicina. Rosanna è stata la mia unica figlia, era una bambina molto vivace e aveva tanta fede. Spero che la storia di Rosanna possa aiutare tante persone ad amare la vita e a lasciare una testimonianza d'amore».