Il massimo tribunale amministrativo non ha riconosciuto il risarcimento di danno e di indennizzo in favore degli appellanti e ha condannato l'ente al solo rimborso delle spese
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La IV sezione del Consiglio di Stato ha deciso di annullare la deliberazione n. 39 del 18 settembre 2012 con cui il Comune di Praia a Mare, alla cui guida era tornato da pochi mesi Antonio Praticò, annullava in autotutela l'allora Piano Regolatore Generale, adottato dal precedente sindaco, Carlo Lomonaco, con le delibere n. 36 del 29 novembre 2011 e la n. 2 del 21 marzo 2012. La sentenza, immediatamente esecutiva, è stata formulata in camera di consiglio dai magistrati: Paolo Troiano, presidente; Leonardo Spagnoletti, consigliere; Luca Lamberti, consigliere; Nicola D'Angelo, consigliere; Giovanni Sabbato, consigliere ed estensore.
Torna il vecchio "piano regolatore"
Il massimo tribunale amministrativo italiano, con la sentenza «accoglie relativamente il ricorso di primo grado ed annulla, nei soli limiti d'interesse, le deliberazioni n. 36 del 29 novembre 2011 e n. 2 del 21 marzo 2012», facendo tornare in vigore il vecchio piano regolatore, lo strumento urbanistico che regola l'attività edificatoria all'interno di un territorio comunale, oggi sostituito da Piano Strutturale Comunale. Inoltre, i giudici respingono l'appello relativo alle domande di risarcimento del danno e di indennizzo, condannando il Comune di Praia a Mare al solo rimborso degli appellanti per le spese del doppio grado di giudizio (Tar e Consiglio di Stato). La cifra è di € 4.000,00 ciascuno, oltre alle spese di I.v.a., C.p.a. e al rimborso spese generali al 15%.
Il motivo del ricorso
La causa nasce dal ricorso di un privato. Alcuni proprietari di terreni ricadenti nel Comune di Praia a Mare avevano avuto il permesso di costruire secondo il piano regolatore che catalogava le loro proprietà come "zona mista industriale, residenziale, turistico ricettiva e servizi soggetta a programma unitario di riqualificazione". Precedentemente, le medesime zone erano state riconsiderate sature dal punto di vista urbanistico, nonostante le aree in questione fossero scarsamente urbanizzate, prive di dotazioni territoriali e di infrastrutture di interesse generale e pertanto non avrebbero avuto le qualità e i vincoli tipici di una zona satura ad alta densità. Per il Consiglio di Stato, deve immediatamente tornare in vigore il piano regolatore redatto dall'amministrazione Lomonaco.