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Nomina emergenziale dal sapore misteriosamente “speciale”, quella per il vertice della principale azienda calabrese privata, Medcenter, che ha affidato la stanza dei bottoni ad una inedita figura da “stato di crisi” conclamato.
La gestione del colosso italo-tedesco che controlla il terminal container di Gioia Tauro, un’impresa che in 21 anni di attività ha sempre pianificato ogni scelta con i tempi lenti del grande business, è momentaneamente nelle mani di un «procuratore speciale» che firma con questa oscura formula civilistica i propri atti, dopo il contemporaneo taglio delle figure apicali voluto nei mesi scorsi del tutto a sorpresa da Cecilia Heckelmann Battistello, presidente del gruppo Contship.
La rivoluzione tutt’altro che indolore lanciata nel febbraio scorso da “lady container”, iniziata con l’allontanamento dell’amministratore delegato Domenico Bagalà senza spiegazioni pubbliche e proseguita con la stessa sorte toccata ad altri 4 quadri apicali del management, ha avuto quindi un primo esito tutt’altro che rassicurante: le leve sono state affidate al milanese Antonio Testi, che opera con poteri speciali in ragione di un mandato straordinario che il consiglio d’amministrazione ha ratificato per tappare qualche falla imprevista, di cui non si ha contezza certa nel dibattito pubblico.
Il combinato disposto tra la fretta di mantenere l’azione nelle mani di un supervisore con poteri da commissario e i licenziamenti in tronco dell’Ad, del direttore generale Crudo, del direttore tecnico Trungadi, del direttore del settore informatico Perri e del direttore del personale Gastaldo, definisce un quadro ancora più nebuloso, una sorta di stop and go immediato e reso necessario da una gestione che, evidentemente, è stata bocciata per motivi che non si conoscono per le vie ufficiali. Nell’estate orribile della società che annovera 1.300 addetti, ed in vista di un autunno che si annuncia ancora più rovente visto lo storico esubero di 400 portuali da sistemare fuori dall’azienda, il procuratore ha agito in esclusivo contatto con la Battistello, che ha rinunciato ad una porzione di ferie per essere presente come non mai negli uffici, senza chiarire fino adesso tempi e mission del mandato affidato a Testi.
Non manca chi sostiene che l’improvvisa punizione dei vertici del vecchio assetto sia dovuta alla necessità di consegnare, a probabili acquirenti di nuove quote societarie, un sistema interno ripulito da vecchie ruggini, visto che si profila una scalata ad Mct da parte della compagnia Msc, che da lungo tempo è cliente leader delle banchine gioiesi, conoscendo quindi vizi e virtù di ogni scelta operativa effettuata negli anni; ma, dall’altro lato, l’ipotesi di una stretta con conseguente commissariamento deciso solo per ragioni commerciali sembra smentita dal fatto che tra quanti hanno perso il posto a Gioia Tauro vi sono manager, come Bagalà, che non hanno trovato altra collocazione nel gruppo, facendo pensare ad una decisione drastica e di carattere esclusivamente punitivo. È notizia di questi giorni, a proposito di ciò, che il crotonese Carmine Crudo, un altro degli operativi fatti saltare dopo la straordinaria “verifica dei conti interni” pretesa dalla presidente, ha trovato lavoro a Cosenza nell’organigramma di un Consorzio di Autolinee.
Agostino Pantano