VIDEO | Le presunte inadempienze l'imprenditore Graziano Santoro sono al centro di un dossier consegnato dal gruppo consiliare di minoranza "Diamante Futura" al procuratore Nicola Gratteri
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La replica alle accuse di Diamante Futura non si è fatta attendere e così, dopo la notizia del dossier consegnato al procuratore Nicola Gratteri per presunte analogie con le controverse burocratiche emerse dall'inchiesta Lande desolate, l'imprenditore Graziano Santoro rompe il silenzio sulla vicenda. «Innanzitutto il porto si farà - spiega il concessionario dell'area demaniale -, anzi, si sarebbe già fatto se le stesse istituzioni non si fossero messe di traverso ostacolando ogni azione volta alla realizzazione dei lavori». Lavori che sono in programma da quasi 20 anni, quando ci fu l'aggiudicazione del bando indetto dalla Regione Calabria, ma che non sono mai stati ultimati per i ripetuti rinvii e ritardi causati da una moltitudine di ragioni.
Le accuse
Nella giornata di ieri, i due rappresentanti del gruppo consiliare "Diamante futura", Pino Pascale e Giuseppe Savarese, avevano dichiarato alla nostra emittente di aver consegnato un dossier da 350 pagine al procuratore Nicola Gratteri. Secondo i due attivisti, le controversie legate all'annosa vicenda dei lavori al porto diamantese, avrebbero diversi punti in comune con quelle riscontrate dai magistrati nella realizzazione dei lavori dell'impianto sciistico di Lorica e dell'aviosuperficie di Scalea, finiti nell'inchiesta "Lande desolate". Le indagini sono quelle che vedono coinvolto anche il presidente della Regione, Mario Oliverio, per un presunto abuso d'ufficio.
Nelle 350 pagine si ripercorre sostanzialmente il ventennio di ritardi e inadempienze, che secondo Pascale e Savarese non dipenderebbero soltanto dalla lenta e intricata burocrazia. «Falso anche questo - dice ancora Santoro -. La "Diamante Blu Srl", la società aggiudicataria dei lavori, gode di ottima salute e aggiungo che la rimodulazione del piano dei lavori ha già la copertura finanziaria, per intero».
Il verbale di maggio 2018
A testimoniare quanto riferisce Santoro, ci sarebbe un documento del 7 maggio 2018, redatto alla fine di un incontro avvenuto nella Cittadella della Regione, a Catanzaro, a cui hanno partecipato tutte le parti interessate: per il Comune di Diamante, il geometra Vincenzo Vaccaro e l'ingegnere Tiziano Torrazzo; per l'Alta Sorveglianza, l'ingegnere Vincenzo De Caro; per la direzione dei lavori: l'ingegnere Raffaele Salatino; per la Regione Calabria: gli ingegneri Luigi Zinno e Francesco Mercuri. C'era anche l'imprenditore Graziano Santoro, accompagnato dall'avvocato Giancarlo Gentile.
L'incontro è propedeutico al prosieguo del lavori, che di lì a poco dovranno riprendere. Su indicazione dell'ingegnere Zinno, viene messo a verbale che «il dott. Santoro conferma, ove ve ne fosse bisogno, di possedere i requisiti per la prosecuzione del contratto e chiede se a parere degli altri componenti del tavolo tecnico le condizioni sussistano». E alla domanda «perché allora i lavori non sono ancora ripresi?» Santoro risponde: «Ho necessità di avere il corridoio libero, cosa che non avviene nonostante il recente intervento della procura (lo scorso 14 dicembre sono state sequestrare 14 barche, ndr), ho bisogno di garanzie, ho bisogno di sapere che alla ripresa dei lavori fili tutto liscio».