Il gip del Tribunale di Catanzaro, Pietro Carè, ha rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva nei confronti di Andrea Ottaviano Adelchi, dirigente del settore Patrimonio, Provveditorato e Partecipate del Comune di Catanzaro. L'inchiesta è quella che ruota attorno all'affidamento di due lotti di area demaniale marittima situati all'interno del porto. Il funzionario risulta indagato assieme a Raul Mellea (amministratore unico della Navylos) e Vincenzo Carioti (dipendente del settore Patrimonio e Demanio) di abuso d'ufficio e falsità ideologica per aver adottato una delibera attestando falsamente il possesso dei requisiti della società Navylos.

Il gip respinge la richiesta di interdizione

Secondo il Gip, sebbene siano emersi profili di inerzia e contraddittorietà dell’azione amministrativa, nondimeno per effetto delle risposte e dei chiarimenti resi dal dirigente comunale in sede di interrogatorio, durato circa tre ore, sarebbe «venuta meno la prova della intenzionalità delle condotte di favore provvisoriamente ascritte all’indagato». Dunque, non può ritenersi fondata «la macroscopica illegittimità degli atti della procedura di affidamento di uno specchio d’acqua del porto di Catanzaro, ipotizzata dal requirente», così come non può ritenersi dimostrato, neppure a livello indiziario, che «l’architetto Ottaviano sia stato mosso dalla specifica intenzione di favorire il privato concessionario» piuttosto che perseguire l’interesse pubblico.

 

I pareri necessari

Il dirigente, in altri termini, ha «persuasivamente giustificato» la propria condotta e, quanto ad alcuni specifici addebiti, si legge nell’ordinanza reiettiva, «dalla documentazione esibita in sede di interrogatorio emerge, infatti, come l’ufficio diretto dall’indagato abbia regolarmente richiesto i pareri necessari all’ampliamento dell’area in concessione», nonché «alla successiva proroga biennale». Ed ancora, quanto alla proroga, ad avviso del Giudice «l’Ottaviano ha ritenuto – con valutazione non manifestamente irragionevole – di richiedere all’Ufficio Circondariale Marittimo esclusivamente la comunicazione di eventuali provvedimenti ostativi pendenti, senza acquisire, trattandosi di mero rinnovo, un nuovo parere sull’oggetto della concessione». 

 

Nessuna misura interdittiva

In conclusione, non sussistono le condizioni per applicare al dirigente la misura interdittiva richiesta. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati Cerscenzio Santuori e Francesco Iacopino, i quali hanno ribadito la lealtà del loro assistito rispetto ai doveri propri del pubblico dirigente, il cui agire è sempre stato ispirato da trasparenza e buona fede.