La quiete dopo il crollo veste i panni del sequestro in località Difesa a Cropani, disposto dalla Procura per accertare eventuali irregolarità nella realizzazione del ponte rovinato nella notte tra giovedì e venerdì. Il fascicolo d'indagine aperto sulla scrivania del sostituto procuratore, Pasquale Mandolfino, dovrà infatti chiarire se i novanta metri cubi d'acqua schizzati fuori dalla condotta lesionata possano essere rubricati quale evento straordinario o la stada presentasse già deficit strutturali, definitivamente compromessi dall'incidente notturno.

«Siamo bloccati»

La prima notte le tre famiglie rimaste isolate dopo il crollo del ponte l'hanno trascorsa con il supporto dei volontari della Protezione civile e degli agenti della polizia municipale, pronti ad intervenire in caso di emergenza in soccorso dei residenti bloccati al di là dei sigilli apposti dalla magistratura. «Stiamo vivendo chiusi dentro casa perchè l'unico accesso alla statale 106 era questo oppure il passaggio a livello che è stato ovviamente chiuso. Quindi siamo bloccati».

Le ordinanze di sgombero

Ieri sono stati notificati ai residenti le ordinanze di sgombero, emanate dal Comune, dopo il sequestro operato dalla magistratura sul tratto di strada. Nessuno può più oltrepassare i nastri di delimitazione dell'area impedendo di fatto ogni movimento ai residenti che però si dichiarano indisponibili a lasciare le proprie abitazioni. I provvedimenti hanno efficacia immediata e decorrono a partire da ieri. Sarà l'amministrazione comunale a farsi carico delle spese dell'albergo: «Non intendo lasciare casa mia - conferma Daniela De Luca -. Ho degli animali e quindi non li lascio assolutamente incustoditi. Avevo detto che sono disponibile ad andare via se ci consentono di portare con noi le autovetture. Perchè se io vado via cosa faccio? Come mi reco al lavoro? A piedi? Sto aspettando delle risposte».

Luana Costa

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