L’opposizione di Polistena Futura lo chiama «crollo», mentre il sindaco Michele Tripodi definisce quanto avvenuto nella scuola di via Trieste «un metro quadrato di intonaco venuto giù». Basterebbe questa contrapposizione interpretativa, che già infiamma il dibattito, per consegnare la nuova querelle agli annali delle ripetute polemiche cittadine, se non fosse però che effettivamente quel che è avvenuto nottetempo in uno dei bagni dell’edificio storico preoccupa sul serio i genitori.

«Noi volevamo che i cittadini avessero notizie certe», sostiene Rosaria Tropepe, consigliera comunale di Pf. «Quel che è avvenuto è un non problema, abbiamo già messo in sicurezza l’area, basta allarmismi», ha replicato il primo cittadino in una diretta social. Fatto sta che crollo o cedimento che sia, il fatto è avvenuto a ridosso della Giornata nazionale per la sicurezza degli edifici scolastici – appuntamento che invita a riflettere sull’argomento, ricordando le troppe vittime registratesi negli anni tra le scolaresche – e i riflettori accesi sul plesso polistenese poteva essere l’occasione per riflettere sulle cose da fare.

«Non è ammissibile che il sindaco ci accusi di allarmismo – commenta Tropepe –, i genitori ancora oggi sono depistati dalla comunicazione fuorviante arrivata dal municipio». In effetti Tripodi, che nella diretta ha ricordato che la scuola è frequentata anche dai suoi due figli, ha definito «adeguata la struttura», scongiurando il rischio di chiusura e ricordando «gli interventi che negli anni abbiamo fatto».

Tutto regolare, quindi, il soffitto interessato è in un’area limitata e quindi le lezioni possono proseguire. Più avanti, però, il sindaco ha fatto un annuncio che ora riattizza lo scontro. «Abbiamo un progetto esecutivo per 8 milioni di euro – ha proseguito – per l’adeguamento statico che si rende necessario in alcune parti dell’edificio. Stiamo cercando di capire con quali canali di finanziamento ottenere i fondi».

Non sarebbe completamente sicura la scuola, o forse no, ma tanto è bastato perché questa comunicazione rialimentasse lo scontro, dopo che sulla vicenda – deflagrata sui giornali solo grazie alla denuncia social del gruppo Polistena Futura – si sono registrati già ben 5 manifesti di accuse e contraccuse. «La nostra interrogazione – conclude Tropepe – mira proprio a fare chiarezza nell’interesse delle famiglie che vogliono avere notizie ufficiali e definitive sui lavori che occorrono e soprattutto sulla loro importanza ai fini della sicurezza».