Il documento riguardava la partecipazione del cardiologo Indolfi ad un convegno. Il procedimento ha preso le mosse dalla denuncia sporta dal figlio di Antonio Occhionorelli, deceduto nell'Utic dopo quattro giorni di degenza. Oggi l'assoluzione con formula piena
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Assolta perché il fatto non sussiste. Si conclude in primo grado e con una assoluzione la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolta Caterina De Filippo, attuale direttore sanitario del policlinico universitario di Catanzaro, finita a processo con la duplice accusa di falso ideologico e favoreggiamento assieme al primario del reparto di Cardiologia e Utic dell'azienda universitaria Mater Domini, Ciro Indolfi.
Le accuse
Secondo l’impianto accusatorio, Caterina De Filippo e Ciro Indolfi, avrebbero, in concorso materiale e morale tra loro, in qualità di pubblici ufficiali, formato una falsa comunicazione di partecipazione del medico cardiologo ad una riunione regionale di coordinamento relativa alla “Rete Sindrome Coronarica Acuta” programmata per il 7 maggio 2014, alterando la data vergata a mano nello spazio appositamente riservato dalla stampigliatura del timbro apposto in calce al predetto documento.
Il falso
Secondo il capo di imputazione, i due si sarebbero resi responsabili, in concorso, del reato di falso materiale in atto pubblico, contraffacendo l’atto e sottoscrivendo - in epoca successiva a quella in cui l’atto era già uscito dalla loro disponibilità – il numero 4 al numero 5, facendo così risultare, in difformità dal vero, quale data di apposizione del timbro, e quindi di redazione della comunicazione predetta, il 02.05.2014 anziché il 02.05.2015.
La assoluzione
Il procedimento penale ha preso le mosse dalla denuncia sporta dall’avvocato Luca Occhionorelli, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco, in qualità di figlio di Antonio Occhionorelli, deceduto nell’Utic del policlinico di Catanzaro in data 9 maggio 2014, dopo quattro giorni di degenza. Tuttavia, il Tribunale di Catanzaro ha assolto Caterina De Filippo (difesa dall'avvocato Francesco Gambardella) con la formula perché il fatto non sussiste.