In aula Oksana Verman ha raccontato in aula le confidenze ricevute dall'ex amante Salvatore Pititto e l’interesse del clan della frazione San Giovanni per le elezioni e la raccolta di voti
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Voti, elezioni e politici non graditi ai clan da mandare a casa. Al centro della “contesa”, il Comune di Mileto, almeno stando alla deposizione odierna della collaboratrice di giustizia ucraina, Oksana Verman, chiamata a rendere oggi la propria testimonianza nel processo nato dalle operazioni Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium. Dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia, la collaboratrice ha affrontato – su domande del pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci – il “capitolo” relativo alle elezioni comunali a Mileto. Per ben 17 anni amante di Salvatore Pititto, Oksana Verman ha raccontato di aver dimorato a Jonadi e poi in un appartamento a Vibo Valentia nella centralissima via Enrico Gagliardi. Anche in tala ultima dimora avrebbe appreso le “confidenze” che le faceva Salvatore Pititto, 56 anni, di San Giovanni di Mileto, tra i principali imputati del maxiprocesso e già in passato coinvolto con la stessa Verman nell’operazione Stammer contro il narcotraffico internazionale di cocaina.
“Salvatore Pititto in più occasioni – ha affermato la Verman rispondendo alle domande del pm Annamaria Frustaci – mi ha parlato dell’interesse del suo gruppo verso il Comune di Mileto. Quando si svolgevano le elezioni lui era interessato ai voti e si impegnava per raccogliere voti. C’era sempre qualche suo amico o conoscente che si presentava alle elezioni. Ricordo in particolare che si è presentato Tonino detto U Rijkaard che è stato sostenuto dai Pititto ed ha avuto anche un incarico al Comune. Salvatore Pititto per chiedere i voti girava in particolare a San Giovanni di Mileto e dava conto di tutto a suo cugino Pasquale Pititto, il capo, di cui Salvatore si definiva il braccio-destro”. Tonino U Rijkaard è stato poi riconosciuto da Oksana Verman in due foto mostrate in aula durante l’esame. Si tratta di Antonino Fogliaro, 48 anni, di Paravati, detto “Tonino U Rijkaard” (condannato nel settembre 2021 in via definitiva a 9 anni e 8 mesi per narcotraffico internazionale nell’operazione Stammer), ex assessore comunale di Mileto, imputato nel troncone dell’abbreviato del maxiprocesso Maestrale-Carthago con l’accusa di essere un “partecipe attivo della ‘ndrina di San Giovanni, alle dirette dipendenze dei sodali sovraordinati, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, partecipare alle riunioni ed eseguire le direttive dei vertici della società e dell’associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio”.
Per lui la Dda, l'11 aprile scorso ha però chiesto l'assoluzione. Il nome di Antonino Fogliaro emerge poi anche dalla relazione della Commissione di accesso agli atti, che ha portato nel 2012 allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Mileto per infiltrazioni mafiose, laddove vengono riportati numerosi controlli del territorio che hanno riguardato Fogliaro, trovato in compagnia di diversi soggetti con pregiudizi di polizia e noti alle forze dell’ordine.
Il Comune di Mileto e gli amministratori mandati a casa
Secondo il racconto di Oksana Verman, il suo amante Salvatore Pititto le avrebbe confidato in più occasioni che a dirigere “il Comune di Mileto”, inteso come palazzo municipale, sarebbe stato lo stesso Pititto. Qualche amministratore locale, inizialmente appoggiato dalla consorteria (secondo il racconto della Verman), avrebbe però alla fine voltato le spalle ai Pititto e da qui il proposito – poi realizzato, secondo la Verman – di “buttare giù il Comune”. “Salvatore Pititto mi raccontava che era lui a comandare il Comune – ha spiegato nel corso della deposizione la collaboratrice di giustizia – poiché lui a Mileto dirigeva tutto e sapeva tutto di tutti. Una volta venne a casa mia a Vibo e mi raccontò che con il suo gruppo aveva appena buttato giù il Comune. Io non capivo e pensavo avessero demolito il palazzo del Municipio, ma lui mi spiegò che avevano invece tolto il sindaco e tutta la sua squadra dal Comune poiché non gli piacevano e c’era un sindaco a lui non gradito. In tale occasione Salvatore Pititto mi ha spiegato – ha continuato la Verman – che avevano chiesto i voti per tale Dinardo, un signore che aveva un’azienda di uova a Paravati, ma poi avevano buttato giù il Comune poiché questo Dinardo non era più uno bravo. Prima hanno sostenuto Dinardo, ma poi non hanno diviso bene qualche posto al Comune e da lì la decisione di far cadere il sindaco e tutta la sua squadra. Non so esprimermi con le parole giuste – ha concluso la Verman – però da quello che mi diceva Pititto io capivo che lui, nel periodo delle elezioni andava a chiedere i voti e poi se le persone non facevano cosa gli veniva chiesto trovava un modo per far cadere il Comune”.
Antonino Dinardo (non imputato e non indagato) è stato assessore all’Urbanistica nella giunta guidata dal sindaco Rocco Condoleo, quest’ultimo primo cittadino eletto il 29 maggio 2006 e caduto – a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali – il 7 giugno del 2009. Secondo Oksana Verman, dietro la caduta di tale amministrazione vi sarebbe stata la “longa manus” dei Pititto di San Giovanni di Mileto. Una storia – in questo caso giudiziaria – ancora tutta da scrivere.