In manette due vibonesi originari di Briatico, ritenuti vicini al clan di 'ndrangheta e un imprenditore bergamasco. Sequestrate due porsche, preziosi, quadri e somme di denaro
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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone pluripregiudicate. Tra le persone tratte in arresto due fratelli residenti in Briatico (Vibo Valentia), Paolo e Francesco Romano (di 39 e 33 anni) con diverse denunce e precedenti anche per 416 bis (associazione di tipo mafioso) e un imprenditore bergamasco, di Ponteranica (BG), gravato da condanna per reati tributari.
L'indagine Pay to live
Il provvedimento di arresto, firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, dottoressa Federica Gaudino, su richiesta del Sostituto Procuratore della locale Procura della Repubblica, Emanuele Marchisio, rappresenta l’epilogo di un’indagine, denominata “Pay to live” condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo, per far luce sui legami tra un cinquantaseienne bergamasco con interessi nella vendita e noleggio di autoveicoli e due persone vicine ad ambienti ‘ndranghetisti, della cui opera l’imprenditore si è avvalso per recuperare propri crediti.
I fatti
I fatti risalgono alla mattina di domenica 6 ottobre 2019, quando nel pieno centro di Bergamo i due fratelli calabresi hanno aggredito, picchiato, rapinato di un telefonino, minacciato e poi rapito, un pregiudicato bergamasco in affari con un sessantatreenne residente a Dalmine (BG), anch’egli gravato da diversi reati tributari e riciclaggio, che aveva contratto un debito nei confronti del mandante dei due aggressori. Sempre sotto la minaccia di un coltello e delle continue percosse, i malviventi si sono fatti accompagnare dalla vittima presso l’abitazione del debitore per incassare il credito, pari ad oltre 12 mila euro. L’uomo, nel tentativo di sfuggire ai suoi aggressori, li ha condotti con un espediente presso una sala scommesse nel quartiere Colognola a Bergamo, dove sapeva essere attivo un sistema di videoriprese. Il continuo pestaggio ha generato la reazione dei presenti all’interno del locale pubblico e solo la richiesta dell’intervento delle Forze dell’ordine da parte degli astanti ha indotto gli assalitori alla fuga.
Il violento pestaggio
L’episodio, denunciato dall’aggredito presso il Comando della Guardia di Finanza di Bergamo, ha fatto immediatamente scattare le indagini da parte dei Finanzieri che già in passato avevano investigato nei confronti di alcuni soggetti coinvolti nella vicenda, nell’ambito di una precedente indagine (Crazy Water). Ed è stato con rapidità che i militari attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, acquisizione di testimonianze hanno potuto ricostruire la dinamica degli avvenimenti, giungendo in breve tempo all’identificazione degli aggressori e del mandante dell’estorsione e del pestaggio. La violenza ed i modi cruenti utilizzati dal gruppo criminale per convincere la vittima a sottostare alle pressanti richieste sono stati documentati dai filmati acquisiti durante le indagini che testimoniano i pestaggi cui è stato sottoposto il malcapitato. A seguito dei riscontri investigativi, l’Autorità Giudiziaria ha richiesto al GIP la cattura dei tre responsabili, che il Giudice descrive nella sua ordinanza come soggetti pregiudicati, collegati con ambienti criminali particolarmente pericolosi e che ora devono rispondere dell’accusa di estorsione, rapina, sequestro di persona, lesione e minacce.
Il sequestro beni
Gli arresti dei due fratelli calabresi, identificati negli aggressori, nipoti di un noto pluripregiudicato anch’egli di origini calabresi, da tempo domiciliato in Romano di Lombardia (BG) attualmente in carcere per scontare una condanna per estorsione e rapina aggravata sono avvenuti a Briatico (CZ). L’imprenditore bergamasco, ritenuto il mandante, è stato invece tratto in arresto presso la sua abitazione in Ponteranica (BG). Nel corso delle operazioni sono state sequestrate due Porsche Cayenne, quattro orologi di marca, gioielli, quadri, denaro contante e diversi titoli di credito. L’operazione Pay to Live, che ha assicurato alla giustizia elementi ritenuti contigui alla criminalità calabrese e bergamasca, s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a contrasto dei più gravi illeciti e delle infiltrazioni del malaffare nel tessuto economico sano, a tutela della collettività