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Due persone di 51 e 33 anni, I.A e C.F, entrambi incensurate, rispettivamente madre e figlio, di Belmonte Calabro, sono finite in carcere arrestate dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Paola su richiesta della procura. Sono accusate in concorso di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e continuate e di rapina ai danni di una terza componente del nucleo familiare, una giovane di 28 anni, figlia e sorella degli arrestati, in cura al centro di igiene mentale di Amantea.
Soprusi e angherie per sottrarle i soldi
L’indagine, condotta dal sostituto Maria Francesca Cerchiara e coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, ha preso spunto dalla denuncia presentata nella prima decade di aprile dalla 28enne raccolta dai militari della stazione di Belmonte Calabro. La ragazza davanti alle forze dell'ordine ha descritto la rapina subita poche ore prima, ad opera della madre e del fratello, entrambi conviventi, finalizzata a sottrarle gli 800 euro a lei destinati quale pensione per l’invalidità riconosciutale e che aveva determinato il suo affidamento alle cure del Cim. In quella circostanza riferiva di essere stata aggredita dai congiunti che le avevano provocato multiple lesioni in diverse parti del corpo, giudicate guaribili in sette giorni.
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Maltrattata per anni dai familiari
I successivi accertamenti hanno consentito ai carabinieri di accertare come i maltrattamenti perdurassero da anni con l’obiettivo di sottrarre ogni mese la pensione di invalidità spettante alla giovane. Le prove ed i riscontri forniti dalla procura hanno indotto il Gip del tribunale di Paola Rosamaria Mesiti ad emettere il provvedimento restrittivo.