L’inchiesta Sbarre aveva smantellato due distinte organizzazioni criminali. Nel processo riconosciuta l’associazione a delinquere e il sequestro di due minorenni accusati dai presunti spacciatori di avere rubato dello stupefacente
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Diciotto condanne e due assoluzioni. Si è concluso il processo Sbarre, nato da un'inchiesta dei carabinieri che ha smantellato a Reggio Calabria due piazze di spaccio gestite due distinte organizzazioni nella zona sud della città.
Le pene più pesanti (20 anni di carcere) sono state inflitte a Luigi Chillino, Gabriele Foti e Anouar Azzazi. Sono stati condannati, inoltre, Andrea Foti (18 anni e un mese di reclusione) e Giuseppe Chillino (19 anni e 4 mesi). Al termine del processo, celebrato in aula bunker con il rito abbreviato, il gup Giuseppina Candito ha riconosciuto non solo l'associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche il sequestro di due minori a scopo di estorsione.
Stando all'inchiesta, infatti, nel settembre 2017, gli imputati Giuseppe Chillino, Anouar Azzazi, Gabriele e Andrea Foti avevano sequestrato due ragazzi accusati di aver rubato all'organizzazione una discreta quantità di droga. Sono stati assolti, infine, Daniele Sulas e Domenico Pangallo.