«Il fatto che io abbia sollecitato ed incalzato i soggetti preposti alla realizzazione delle opere per la città, non è un fatto eccezionale. Lo faccio sempre ed abitualmente perché è l'unico modo per realizzare opere ed attività, ma questo non è stato mai fatto a discapito della sicurezza e della incolumità dei cittadini e certamente senza mai ricorrere, come si evince oggi da alcuni articoli di stampa, all'istigazione a compiere dei falsi». Lo afferma il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto in relazione all'inchiesta nella quale è indagato per presunte irregolarità nei lavori per il rifacimento di piazza Bilotti riferendosi ad alcune intercettazioni telefoniche.

 

«Ogni mio comportamento posto in essere per accelerare le attività e la conclusione delle opere - prosegue - ha avuto come unico e solo obiettivo il bene della collettività. Riguardo alle intercettazioni che vengono richiamate dalla stampa mi corre l'obbligo di far rilevare che con riferimento all'intercettazione da cui si evince che io abbia detto 'va bene' in riferimento ad alcune certificazioni mancanti (che dovevano essere presentate prima, per la data della inaugurazione) c'è solo confusione, perché si adopera il termine 'certificazioni' in riferimento a più elaborati. E, infatti, il direttore dei lavori specifica, subito dopo, che la 'certificazione' a cui si fa riferimento è quella in cui espressamente dichiara che non sono state effettuate ancora le prove sulle travi. Il mio 'va bene' contenuto nella intercettazione è un riferimento alla sua certificazione, a quella, cioè, del direttore dei lavori. Non è assolutamente un cenno di approvazione – dice - perché l'avrebbe presentata in modo fasullo».


E ancora: «Se ingegneri, Rup, progettisti, direttori dei lavori e collaudatori si mettessero a fare carte false per compiacere un sindaco, sarebbe un atteggiamento da folli. Si sono assunti solo la responsabilità, nel convincimento che fosse tutto a posto sul piano strutturale ed hanno concesso una consegna parziale prima del collaudo avvenuto dieci giorni dopo».