Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è a Crotone per partecipare alla manifestazione nazionale di chiusura del Pon Legalità sul tema "Costruiamo legalità. Risultati, sfide e contributi per il futuro", ospitata nell'auditorium dell'istituto 'Pertini-Santoni' della città calabrese. Il ministro, inoltre, nel pomeriggio presenzierà nella Prefettura di Crotone, ad una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Franca Ferraro.

«Io sono particolarmente affezionato a questo Pon legalità perché ebbi modo di gestirlo in una precedente esperienza ministeriale», ha detto Piantedosi. «Qui oggi - ha aggiunto - si chiude il ciclo del Pon legalità, ed è stato molto importante farlo a Crotone. È stata una esperienza molto importante che ha visto in Calabria e anche a Crotone alcune realizzazioni importanti, alcune ancora non terminate, ma nella logica di fare interventi che inducano al recupero sia culturale che di legalità e sicurezza, partendo dalla società civile e quindi dalla capacità della pubblica amministrazione di lavorare meglio». 

Naufragio di Cutro, Piantedosi: «Lo Stato non si gira dall'altra parte»

«Lo Stato non si gira assolutamente dall'altra parte farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica tragica sciagura accaduta a febbraio», ha detto il ministro parlando con i giornalisti e commentando così la richiesta di estromissione del Fondo garanzia delle vittime della strada citato come responsabile civile nel processo contro gli scafisti del caicco naufragato a Cutro il 26 febbraio causando la morte di 94 persone, dei quali 35 bambini, oltre ad una decina di dispersi. Secondo il ministro dell'Interno la richiesta, presentata dalla senatrice Giulia Bongiorno che rappresenta la Consap dove è istituito il fondo di garanzia per le vittime, «è un dato formale, una di quelle eccezioni processuali che si fanno in contesti giudiziari, ma lo Stato non si volta dall'altra parte». Piantedosi era stato a Crotone proprio nelle ore successive al naufragio, per un vertice in Prefettura sui soccorsi. 

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Sulla questione migranti e in particolare sulla possibilità che uno dei Centri permanenza per i rimpatri (Cpr) abbia sede a Crotone, Piantedosi ha detto: «Abbiamo un piano che mira a realizzare almeno un Cpr in ogni regione. Stiamo verificando tutte le ipotesi che abbiamo censito di luoghi possibili, poi tireremo le somme quanto prima».

Il sindaco di Crotone Vincenzo Voce: «Questa è terra di grande umanità»

«Tra i diritti, forse quello più importante e che sicuramente può essere uno dei fondamenti per costruire una società basata sulla legalità è 'il diritto alla speranza'», ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce. Il primo cittadino, partendo dalle parole di Paolo Borsellino - "la gente fa il tifo per noi" - pronunciate all'indomani della strage di Capaci si è chiesto: «La gente fa ancora il tifo per noi?». «E se così non è - ha aggiunto - cosa dobbiamo fare affinché la gente faccia il tifo per noi, cioè creda nello Stato, nelle sue istituzioni? Ci sono le leggi, è vero. Ma le leggi richiedono un rapporto fiduciario che deve stabilirsi tra chi le promulga, chi le fa applicare e chi le rispetta. Le leggi stabiliscono diritti e doveri. Le leggi debbono assicurare speranza alle persone».

Il primo cittadino di Crotone ha poi lanciato l'allarme sul progetto di autonomia differenziata del governo che rischia di creare disparità tra regioni. «La speranza - ha detto - deve tramutarsi in certezza: la certezza di poter avere una adeguata istruzione, di ricevere una adeguata assistenza sanitaria e sociale, di ricevere accoglienza, di avere un futuro. Bambini, donne, giovani, anziani che vivono o accedono nel nostro paese debbono guardare alla legge come qualcosa che è pensata e fatta per loro. La legge è uguale perché non crea disparità, non crea divisioni. Il sud paga un ritardo atavico che l'autonomia differenziata non aiuta certo a colmare. Ed è in questa disparità che la criminalità estende i suoi tentacoli». «Questa è una terra difficile - ha detto ancora il sindaco di Crotone - ma che è fortemente motivata, attraverso la sua gente, a scrollarsi di dosso l'etichetta di ultima della classe. La ndrangheta esiste ma è fortemente presente anche lo Stato. Attraverso le sue derivazioni ma anche attraverso la scuola e, naturalmente, i cittadini. Le tante persone perbene che vivono su questo territorio. E sono la maggioranza».

«Questa terra risponde, non si gira dall'altra parte. Questa terra, questa città ha più volte saputo affermare la sua volontà di perseguire i principi fondamentali di legalità. Ha saputo affermare la sua straordinaria capacità di umanità e di accoglienza dopo i tragici fatti di Steccato di Cutro. È proprio su questi sentimenti che facciamo leva per guardare al futuro con speranza». Citando "Il giorno della Calabria" di Leonida Repaci Voce ha poi aggiunto: «Dio ha dato la bellezza a questo territorio e il diavolo tutti i mali ed i bisogni ma nel concludere il suo scritto, Repaci fa affermare a Dio che 'la notte che contiene già l'albore del giorno'. E siamo certi che il giorno è vicino».

Occhiuto: «Lo Stato deve recuperare interesse in questa parte di Italia»

«Lo Stato deve recuperare interesse in questa parte di Italia facendo il suo dovere attraverso sue articolazioni per costruire opportunità che sono il presupposto della legalità», ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto nel suo intervento. Occhiuto ha espresso «la riconoscenza della Regione al ministro per l'attenzione ai problemi della Calabria. Io governo una regione complicata. Ogni giorno combattiamo contro stereotipi costruiti dalla 'ndrangheta. La 'ndrangheta fa schifo, ma non deve diventare alibi per gli incapaci e a chi dice che la Calabria non si può governare. Questa parte della Calabria ha bisogno di più opportunità e paga il prezzo dell'isolamento purtroppo consolidato. Affermare la presenza dello Stato significa affermare la forza contro criminalità, ma anche nella infrastrutturazione». A proposito del programma per la legalità, Occhiuto ha sostenuto che «per la Calabria testimonia l'impegno congiunto da parte dello Stato, dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia e del Ministero dell'Interno e anche della società calabrese. Sono la dimostrazione che lo Stato è presente, prende immobili costruiti dalle cosche e li utilizza per fini sociali. Quando sono abusivi li demolisce come avverrà da qui a qualche settimana a Torre Melissa. Questo significa che lo Stato c'è. Il governo nazionale e lo Stato devono dimostrare la loro presenza non soltanto nell'attività di repressione, che pure è necessaria, ma con la presenza nelle attività per esempio di infrastrutturazione affinché il degrado, la povertà, la marginalità non costituiscono ostacoli di sviluppo».