Dei milioni di euro disponibili, spesi solo le briciole. Tra l'Hub del capoluogo e gli spoke della provincia dovevano essere attivati 106 posti letto aggiuntivi di terapia intensiva e semi-intensiva, ma quasi tutti gli interventi sono rimasti sulla carta
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Anche il documento di riordino della rete ospedaliera, contenuto nel Decreto 91 dell’ormai ex Commissario ad acta Saverio Cotticelli, con il quale vengono indicati gli interventi da adottare nelle Asp e nelle Azienda Ospedaliere calabresi per fronteggiare la pandemia, prevede l’opzione del montaggio di una struttura mobile per aumentare il numero di posti letto in situazioni di emergenza come quella vissuta al pronto soccorso di Cosenza nelle ultime ore.
Altre tre strutture mobili previste sul territorio
Doveva predisporla l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza in prossimità dell’ospedale San Francesco di Paola, in un’area appositamente individuata dalla stessa Asp di circa duemila metri quadrati, adiacente il nosocomio della cittadina tirrenica, per un totale di 75 posti. Altre tre strutture analoghe dovevano essere pronte ad entrare in funzione vicino al Mater Domini di Catanzaro, al Gom di Reggio Calabria e a Crotone su un terreno comunale attiguo al San Giovanni di Dio, per un totale di ulteriori 225 posti letto.
Disposizioni inattuate
Ma anche queste disposizioni sono rimaste lettera morta come tutto il Piano anti-Covid che il generale dimissionario ha sottoscritto senza però attuarlo, forse perché aveva dimenticato di averlo redatto. Né ha spiegato la mancata applicazione del Piano durante le sue recenti sceneggiate televisive. Ma non è l’unico responsabile: il Decreto indica chiaramente l’obbligo di adozione delle misure previste a carico dei commissari di Asp e Ao, compresi i prefetti delle Aziende sciolte per infiltrazioni mafiose. E poi, secondo la legge, anche il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbero dovuto monitorare sulla corretta applicazione del programma operativo.
Risorse disponibili
Una volta tanto non è una questione di soldi: ogni intervento previsto trova copertura nei fondi stanziati anche per la Calabria nell’ambito dell’emergenza pandemia. Parliamo di circa 86 milioni di euro. Anche per questo la Procura di Catanzaro, sollecitata da un esposto depositato congiuntamente dal Sindacato Unitario Lavoratori e dal Movimento Noi, cui ha fatto seguito un’altra denuncia questa volta della triplice sindacale, ha avviato una indagine per epidemia colposa. E subito dopo negli uffici preposti e nei presidi sanitari sono comparsi ufficiali dei Nas e della Guardia di Finanza.
Le terapie intensive aggiuntive
Per la provincia di Cosenza il programma prevedeva l’allestimento di 34 posti letto aggiuntivi di terapia intensiva nell’Azienda Ospedaliera e 18 nelle strutture afferenti l’Azienda Sanitaria. In particolare, all’Annunziata alle 19 postazioni già disponibili, si prevedeva un’aggiunta di sei posti nello stesso reparto, e di 28 posti letto da ricavare al secondo piano del plesso contiguo al Dea, opportunamente ristrutturato, per uno stanziamento pari a poco più di cinque milioni e ottocentomila euro.
Il mancato trasferimento al Mariano Santo
Inoltre era stato previsto l’allestimento di 14 posti letto di terapia sub-intensiva, di cui sette prontamente convertibili in intensiva, al piano terra dell’Annunziata, nell’area attualmente occupata dalla oncologia, in previsione del trasferimento di tale reparto nel plesso del Mariano Santo, in ristrutturazione. Ma in questo padiglione i lavori vanno a rilento e lo spostamento, che doveva avvenire entro la fine dell’anno, non potrà compiersi prima di qualche mese.
Lo stabile fantasma
Al fine di regolamentare l’accesso in pronto soccorso a Cosenza ed evitare il pericoloso assembramento cui abbiamo assistito nelle ultime ore, l’Azienda Ospedaliera avrebbe dovuto costruire nel piazzale antistante l’ingresso, dove adesso sono montate le tende della Protezione Civile, uno stabile prefabbricato adeguatamente attrezzato dell’impiantistica necessaria all’accoglienza dei pazienti. In più doveva essere costruita una passerella di collegamento con l’elisuperficie e bisognava ristrutturare gli ambienti in cui è allocato l’impianto radiologico per sottoporre a Tac i sospetti Covid. Per l’intervento il Governo ha stanziato 2.140.000 euro.
Cosa doveva fare l’Asp di Cosenza
L’Asp di Cosenza avrebbe dovuto attivare 18 posti di terapia intensiva così suddivisi: sei a Rossano, in aggiunta ai quattro esistenti, da allocare al primo piano previa ristrutturazione (investimento da 495 mila euro); otto a Castrovillari in aggiunta ai due già esistenti da allocare al primo piano previa ristrutturazione (investimento da un milione e 35 mila euro); quattro a Paola, i cui interventi strutturali sono conclusi e per i quali si attende l’effettiva messa in funzione. Inoltre erano previste 26 postazioni aggiuntive di semi-intensiva distribuiti tra Castrovillari (otto posti letto al piano terra), Corigliano (otto posti letto con riconversione parziale della cardiologia e due con riconversione parziale del reparto di medicina generale), Paola (otto posti letto con riconversione della chirurgia). Investimento complessivo: due milioni e seicentomila euro.
Il personale medico e parasanitario
Per ogni posto letto aggiuntivo collocato nei diversi stabilimenti ospedalieri, nel Piano è stata prevista anche la dotazione finanziaria per assumere il personale necessario secondo il seguente schema: un medico ogni cinque posti letto di terapia intensiva per tre turni articolati sulle 24 ore; un infermiere ogni tre posti letto di terapia intensiva per quattro turni articolati sulle 24 ore; un operatore socio-sanitario ogni sei posti letto di terapia intensiva per quattro turni articolati sulle 24 ore. Infine l’Asp d Cosenza ha ottenuto anche l’assegnazione di risorse pari a duecentomila euro per l’acquisto di tre ambulanze per il soccorso avanzato, più altri 650 mila euro per dotarle di personale medico ed infermieristico.