Ai commercianti lametini la ndrangheta si rivolgeva non solo con il  pizzo,  ma a volte, chiedendo, anche altri tipi di ‘cortesie’, come quella di dare merce gratuitamente alle cosche o con sconti molto cospicui. E’ uno degli aspetti emerso dal controesame di Umberto Egidio Muraca, collaboratore di giustizia e nipote dell’omonimo boss, ascoltato durante la nuova udienza del processo Perseo.
Davanti al presidente del collegio giudicante, Carlo Fontanazza e a latere Monetti e Aragona, interrogato da diversi legali, il pentito ha così fatto luce su altri aspetti della criminalità organizzata lametina. Come quando, ha raccontato, fu chiamato dal proprietario di un negozio di articoli sportivi che aveva subito pressioni da membri della cosca affinché fornisse loro gratuitamente abbigliamento per gli affiliati in carcere.
Muraca, avrebbe fatto da mediatore, riuscendo ad ottenere per il commerciante, la possibilità di vendere la merce alla metà del prezzo, piuttosto che cederla completamente alle cosche.
Nipote dell’omonimo boss, ucciso nel 1989, Muraca è entrato ed uscito più volte dalla cosca Torcasio  - Gualtieri – Cerra, militando anche nella cosca Giampà. E’ considerato una tra le ‘pedine’ più importanti del processo Perseo.
di Tiziana Bagnato