Si stanno giocando sulle perizie e analisi sullo scontrino che dimostrerebbe l’effettivo acquisto di tute sportive da parte di Giampaolo Bevilacqua nel negozio Cortese Sport le ultime fasi del processo Perseo che vede nel banco degli imputati l’ex assessore provinciale e vice presidente della società aeroportuale Sacal Giampaolo Bevilacqua. All’uomo viene attribuito il  concorso esterno in associazione mafiosa, ma viene anche accusato di avere estorto con importanti sconti delle tute al proprietario del negozio, con lo scopo di darle ai detenuti del clan Giampà. Proprio la cosca lo avrebbe obbligato a piegarsi a simili servigi per fare pesare su di lui il loro controllo ed egemonia.


Ieri in aula sono stati sentiti i periti che hanno esaminato lo scontrino che dimostrerebbe il mal tolto. Uno scontrino su cui si trova la scritta “Gianpaolo Bevilacqua”. Uno dei periti ha spiegato che è impossibile risalire ad una data certa, ma che lo scontrino è sicuramente di diverso tempo fa. Non sarebbe stato, quindi, realizzato ad hoc. Allo stesso tempo è stata presentata analisi positiva circa l’autenticità della scritta presente sullo scontrino. Bisogna però anche ricordare che il commerciante Cortese in aula ha affermato che  Bevilacqua  non avrebbe commesso alcuna estorsione nell’acquistare le famose tutte e che la sua confessione gli sarebbe stata estorta. Una vicenda complicata su cui il 16 luglio verrà pronunciata sentenza.