Le fiamme gialle impegnati nell'acquisizione di documenti e nella notifica di avvisi di garanzia su delega della Procura di Paola. Si ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta
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La clinica Tricarico di Belvedere Marittimo, un tempo fiore all’occhiello dell’alto Tirreno cosentino, oggi in grave crisi tanto da essere posta nelle mani di un curatore fallimentare, è finita da tempo nel mirino della Procura di Paola. Già nello scorso mese di aprile, su richiesta di Pierpaolo Bruni, il Gip Rosamaria Mesiti aveva emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente pari a cinque milioni di euro, a carico della società proprietaria della struttura sanitaria e del suo legale rappresentante, Fabrizio Rosano Tricarico, contestando i reati di infedele dichiarazione dei redditi, omesso versamento di ritenute certificate tra il 2011 e il 2014 per circa quattro milioni e una evasione di imposta superiore agli 800 mila euro. Adesso il pm vuole vederci chiaro anche sulla sequenza di eventi che ha condotto l’importante presidio ospedaliero al fallimento. Il reato ipotizzato è quello di bancarotta fraudolenta. Il nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale di Cosenza della guardia di finanza, ha avviato questa mattina una serie di accertamenti e verifiche. Un centinaio di militari si sono presentati all’ingresso della clinica per eseguire perquisizioni, sequestrare numerosi documenti e notificare alcuni avvisi di garanzia. Le perquisizioni sono state estese anche ad alcuni studi ed abitazioni private. Le fiamme gialle, inoltre, hanno acquisito materiale relativo all’accreditamento della struttura negli uffici dell’Asp di Cosenza e della Regione Calabria a Catanzaro. L’indagine è in fase embrionale. I primi sviluppi sono attesi entro qualche settimana.