VIDEO | Polemiche per il rifacimento dell'area e la nuova posizione del monumento che domina l’emiciclo ed è considerato un bene di interesse storico. Sparite anche le lapidi in marmo con i nomi dei caduti. Ma il sindaco si difende: «La Sovrintendenza ha dato il via libera»
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Chi arriva a piazza De Angelis, a Serrata, un piccolo centro del Reggino che non arriva a mille abitanti, nota il cantiere ancora aperto, ma, solo l’occhio della telecamera - più attento dopo il caso scoppiato per lo spostamento del monumento storico che risale agli anni 30 del 900 – si accorge del patatrac. Le lapide marmoree, che adornavano il piedistallo della statua dedicata ai caduti della Prima guerra mondiale, giacciono nell’area recitanta: rotte e inutilizzabili. «Tutto previsto – risponde il sindaco Angelo D'Angelis – i marmi risalivano ad una trentina di anni fa e il progettista ha avuto già l’incarico di sostituirli e rendere più bello lo spazio dedicato al nome dei Caduti».
Il primo cittadino tranquillizza sul punto, ma, nel poco tempo intercorso tra quando ci presentiamo nel municipio e quando telefonano all’amministratore – che si precipita – qualcuno nel cantiere in cui opera l’impresa Amato, i resti dell’epigrafe li fa sparire. «Tutto – argomenta il sindaco – sta avvenendo dopo il via libera di una conferenza dei servizi, in cui gli organi sovracomunali hanno deto parere positivo circa l’esecuzione dei lavori». D'Angelis poi mostra degli atti che in effetti sembrano precedenti all’avvio dei lavori, diretti da una progettista esterna, l’architetta Daniela Borgese.
Ma, al di là se la Sovrintendenza sia al corrente delle lapidi da sostituire, c’è un secondo pomo della discordia e lo raccontano i cittadini piazza. «La statua di bronzo – dicono – l’hanno scesa e lasciata da giugno fino a una settimana da, senza protezione, dentro il cantiere». Questa circostanza è documentata anche da alcune foto, che mostrano il Fante in bronzo – realizzato dallo sculture Michele Guerrisi, una delle massime espressioni dell’arte calabrese di sempre – parcheggiato ai bordi della piazza, con intorno le lapidi rotte e le macerie della piazza prima del rifacimento della discordia, senza alcuna protezione. Anche su questo il sindaco tranquillizza: «Si, abbiamo saputo delle polemiche sollevate, ma noi abbiamo conservato tutti gli elementi caratteristici della piazza, compresi la statua e la torre» dice.
In effetti, il rifacimento – finanziato con oltre 200.000 euro del Patto per il Sud – sta dividendo la popolazione, anche per un altro motivo. Il bronzo di Guerrisi, infatti, è stato ricollocato in una posizione diversa rispetto al passato, all’ingresso della piazza e non al centro dove era prima. «Aveva un’estetica invidiabile questo spazio – ricorda con nostalgia un serratese che abita in piazza – nessuno è d’accordo con questa nuova collocazione». Anche sul punto D'Angelis sembra irremovibile, ricordando che il «progetto viene esposto in questi giorni, per quanto sia da pprezzare, nella biennale di Villa San Giovanni», difendendo la scelta dei progettisti «che hanno voluto creare una prospettiva in cui la statua apre la piazza alla vista di chi arriva». Insomma, tutto va bene – sia il progetto, che i lavori che ancora devono finire – ma c’è chi, proprio sulla statua nomade, affronta tutto con ironia: «L’hanno messo là per guardare le macchine che arrivano e regolare il traffico», si lascia scappare un anziano.