Beniamino Fazio rilancia i dati dell’ultimo rapporto di Demoskopika: «La forza economica dei clan calabresi è enorme, investimenti Lombardia, Emilia Romagna e Lazio»
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Follow the money, secondo l’insegnamento di Giovanni Falcone, è una delle mission della Direzione investigativa antimafia. E il denaro è anche l’ossessione dei capi della ’ndrangheta: «Ciò che più li terrorizza non è il carcere ma è il fatto di non ritrovare più il loro patrimonio una volta usciti dal carcere». Le parole di Beniamino Fazio, capo centro della Dia di Catanzaro accompagnano la conferenza stampa di presentazione del calendario 2025 della Dia, ripristinato dopo 20 anni e andato a ruba. Fazio spiega che il tema del calendario spiega l’intento degli investigatori, quello di «individuare le risorse che consentono alle organizzazioni criminali di consolidare il loro potere».
E poi passa ad analizzare uno dei campi in cui la ’ndrangheta macina miliardi: il turismo. «È di poche ore fa – dice – lo studio di Demoskopika che parla di ricavi dal settore turistico di oltre tre miliardi per le mafie, di oltre 1,6 miliardi solo da parte della 'ndrangheta: forse il cittadino non riesce a cogliere in pieno la portata di questi dati per questo il nostro compito, come anche quello della stampa, è sensibilizzare su quale sia la forza della 'ndrangheta, che ormai investe non solo in Calabria ma in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e in tante altre regioni d'Italia». L'importanza dell'aggressione ai patrimoni mafiosi è dunque una priorità per la Dia perché - ha aggiunto Fazio - «quello che più teme lo 'ndranghetista e il mafioso non è tanto il carcere - per loro è uno status - quanto uscire dal carcere e non ritrovarsi più l'ingente patrimonio che ha illecitamente accumulato. Per questo noi concentriamo i nostri sforzi nel senso di colpire i patrimoni mafiosi, un compito peraltro che non spetta solo alla Dia o alle forze di polizia ma anche ai promotori finanziarti o agli istituti bancari, tenuti a segnare all'Uif operazioni sospette di riciclaggio. Il calendario - ha quindi concluso il Capo Centro della Dia di Catanzaro - si sofferma proprio su questa attenzione nei confronti della criminalità organizzata, soprattutto della 'ndrangheta, che ormai, con la globalizzazione, investe nei mercati internazionali nell'era digitale, utilizzando - come dice il procuratore Gratteri - piattaforme criptate che attraverso cellulari manomessi creano algoritmi sempre più sofisticati per sfuggire alle indagini».