VIDEO | L'inaugurazione dell'anno giudiziario nel capoluogo calabrese «non una scelta casuale». Il numero uno dell'Unione camere penali critico sulla riforma del Csm approvata dal Consiglio dei ministri: «Evita tutte quelle questioni che erano davvero da riformare» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Naturalmente non sono scelte casuali, quando abbiamo deciso di parlare del problema della libertà del difensore come garanzia dell'indipendenza del giudice, e quindi della giurisdizione, abbiamo pensato a Catanzaro, alla Calabria come uno dei luoghi dove questo tema è vissuto in maniera più impegnativa e più estrema». Così il presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane, Gian Domenico Caiazza, è intervenuto nel dibattito aperto nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario delle Camere Penali quest'anno organizzato a Catanzaro.
Indagato eccellente
Ha ribadito la posizione già più volte espressa sul caso di Giancarlo Pittelli, indagato chiave nella maxi inchiesta Rinascita Scott e solo mercoledì tornato agli arresti domiciliari: «Non mettiamo bocca sul tema della responsabilità a guardiamo con preoccupazione ad una vicenda che riguarda un avvocato nell'esercizio delle sue funzioni e quindi attendiamo di conoscere i fatti ma denunciamo un accanimento nella fase cautelare francamente incomprensibile ai limiti dell'essere sospetto».
La riforma del Csm
«Il messaggio che oggi invieremo da Catanzaro - ha poi proseguito - che la libertà e i diritti della difesa riguardano ovviamente i cittadini che noi assistiamo ma riguardano ancor di più la libertà e l'indipendenza del giudice. Il giudice senza un'avvocato forte è un giudice debole». Si è poi espresso anche sulla riforma del Csm approvata all'unanimità proprio questo pomeriggio in Consiglio dei Ministri: «Noi la consideriamo una riforma molto debole, lontana dalle esigenze di riforma, che evita tutte le questioni vere da riformare della magistratura italiana e dell'ordinamento giudiziario: la formazione professionale, l'avanzamento automatico delle carriere, la deresponsabilizzazione professionale del magistrato, l'assurdità del distacco dei magistrati presso l'esecutivo che genera una confusione fisica tra il potere giudiziario e quello esecutivo. Invece, qui ci trastulliamo con le porte girevoli per quei quattro o cinque magistrati che sono eletti parlamentari. Così come il tema del sistema elettorale del Csm, a noi pare marginale l'idea che modificando il sistema elettorale si cambino le teste e le culture di un Paese».