Assolti perchè il fatto non sussiste. Si è concluso il processo a carico di Roberto Gidari (difeso dagli avvocati Antonella Pagliuso e Aldo Ferraro) e Giuseppe Gallo (con l'Avv. Fabio Davoli), entrambi effettivi al Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri di Lamezia Terme, accusati di peculato, falso ideologico e violata consegna.

 

Al termine della requisitoria il pm Luigi Maffia ha chiesto l'assoluzione degli imputati rilevando la mancanza, in questo processo, della rigorosa dimostrazione della falsità di quanto i militari avrebbero affermato in un ordine di servizio del 10 luglio 2010 circa il compimento di un posto di controllo in via Rettifilo di Lamezia Terme dalle 2:00 alle 2:40 con identificazione di cinque soggetti, ponendo l'accento sulla lacunosità delle deposizioni dibattimentali dei testimoni che, secondo l'originaria impostazione accusatoria, avrebbero scoperto quelle presunte falsità. È poi intervenuto l'avvocato Aldo Ferraro in difesa dell'appuntato scelto Roberto Gidari, che ha altresì rilevato la mancanza di elementi capaci di ritenere vera la versione degli accusatori, secondo cui la pattuglia degli imputati era stata vista in prossimità della località Pesce e Anguille, e falsa quella attestata dagli imputati, soprattutto considerando che grazie allo scrupolo ed alla abnegazione dell'avvocato Francesco Pagliuso, che difendeva Gidari fino al tragico 9 agisto 2016, era stata acquisita la dimostrazione che quanto i due militari del Norm avevano attestato nel luglio del 2010 corrispondesse al vero, e che mai gli stessi avevano mistificato la realtà ovvero violato le disposizioni di servizio loro rivolte.

 

Tanto da essere sentito, durante il processo, uno dei cinque soggetti che gli imputati avevano dichiarato di avere sottoposto a controllo, il quale ha confermato tempi e luoghi annotati dalla pattuglia del Norm finita sotto processo. Dopo le conclusioni dell'avvocato Davoli, il Tribunale collegiale (presidente Carè, a latere i giudici Prignani e Martire) si è ritirato in camera di consiglio e, all'esito, ha assolto gli imputati perchè i fatti non sussistono, ristabilendo una verità che inesorabilmente, anche se faticosamente, è stata accertata, e che restituisce dignità e decoro a due militari della cui onestà altri loro colleghi avevano dubitato.

 

g.b.