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Due anni di indagini che hanno trovato nuova linfa solo di recente grazie al rafforzamento degli organici. Nell'operazione battezzata "Passo del Salto", che ha portato questa mattina all'arresto di 52 persone, sono confluite due informative redatte rispettavemente dal commissariato di polizia e dalla stazione dei carabinieri di Catanzaro Lido.
I quartieri a sud
Uno sforzo comune che ha avuto come obiettivo quello di disarticolare un'organizzazione ben ramificata e dedita allo spaccio di stupefacenti sull'intero territorio comunale. Il sodalizio aveva la sua base nei quartieri notoriamente sede della comunità rom catanzarese - viale Isonzo e l'Aranceto - e poteva contare su contatti diretti con cosche operanti nel resto della Calabria per l'approvigionamento della droga. In particolare, era l'attuale collaboratore di giustizia Santino Mirarchi ad aver intessuto i rapporti con le cosche della Locride e del Crotonese acquistando la fiducia accordata poi all'intera organizzazione.
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La distribuzione della droga in città
La circostanza è stata riferita dal capo della direzione distrettuale antimafia Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa: "L'organizzazione intratteneva rapporti - ha chiarito - con la famiglia Pizzata e la famiglia Pelle di San Luca e con cosche di Gioiosa Ionica. Si tratta di associazioni diffidenti e che non stringono rapporti con tutti. E le persone arrestate questa notte - ha aggiunto il procuratore Gratteri - non sono gente qualunque non foss'altro perchè hanno dimostrato di riuscire a controllare in regime monopolistico la distribuzione della droga in città, rivendendola anche in posti sensibili: vicino alle scuole. Non ci dobbiamo occupare solo dei grandi traffici ma anche dei reati che influenzano la vita dei nostri figli". Inoltre, è emerso come fosse diffuso l'utilizzo di minori nelle attività di cessione dello stupefacente.
Le influenze delle cosche
L'operazione messa a segno questa mattina dimostra ancora una volta l'influenza esercitata in città da cosche contigue e situate in territori immediatamente limitrofi. Come certificato anche da indagini precedenti e sottolineato dal sostituto procuratore Vincenzo Luberto, su Catanzaro incombono gli interessi specifici delle cosche di Isola Capo Rizzuto che cedevano a questa organizzazione la gestione dello stupefacente come "attività secondaria".
Luana Costa