Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha dichiarato cessata la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio comminata il 26 aprile 2019 a Fortunato Varone, dirigente della Regione Calabria, di recente nominato capo della Protezione Civile regionale. Varone è imputato nel procedimento "Passepartout", istruito dalla Procura di Catanzaro, che si trova in fase preliminare e vede coinvolti, tra gli altri, l'ex governatore della Calabria, Mario Oliverio, il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, e l'ex consigliere regionale dem Nicola Adamo.

 

Varone è accusato di abuso d'ufficio, insieme a Oliverio e a Giovanni Forciniti, riguardo la nomina di quest'ultimo a direttore generale di Azienda Calabria Lavoro. Il 13 giugno l'interdizione è stata annullata dal Tribunale del Riesame. La Cassazione però ha annullato, a sua volta, questa decisione con rinvio a un nuovo giudizio del Riesame. Per quanto riguarda le esigenze cautelari il collegio, presieduto da Michele Cappai, dichiara cessata la misura interdittiva visto che non riscontra elementi per la reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Duro, però, il giudizio riguardo ai gravi indizi di colpevolezza.

 

Secondo il Riesame bis Varone ha agito in «violazione dei termini di imparzialità e trasparenza che reggono l'agire pubblico», permettendo a Giovanni Forciniti, escluso inizialmente dalla selezione per il dg di Azienda Calabria Lavoro, di presentare una nuova domanda completa dei requisiti che mancavano nella prima candidatura: un attestato di conoscenza della lingua inglese. Attestato che Forciniti avrebbe conseguito in tempi record.