«È impensabile smaterializzare l’udienza penale e trasformare il processo in uno scambio di videate online, con rischi non solo in campo di sicurezza telematica su dati altamente riservati, ma della difesa medesima: il processo penale vive nell’aula. Attenzione a concedere spazi senza adeguate valutazioni: sarà poi difficile, rientrata l’emergenza, riequilibrare e ristabilire i mezzi rinunciati». Lo dichiara Alessandro Parrotta, avvocato e direttore dell'ISPEG nazionale, Istituto per gli studi politici, economici e giuridici.