VIDEO | La 35enne era scomparsa da Cirella lo scorso 4 maggio. Ai nostri microfoni ha raccontato tutte le sue difficoltà a costruirsi un futuro e la sua paura di non riuscire a curare una grave malattia a causa dei problemi economici (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sara Busiello è tornata a casa dopo cinque lunghi in cui non aveva dato notizie di sé e finalmente sta bene, circondata dall'amore del fidanzato Salvatore e della suocera Antonella, che per lei è una seconda mamma.
Fine dell’incubo | Sara Busiello è tornata a casa: l’abbraccio tra la giovane scomparsa da Diamante e i familiari
«Ringraziamo le forze dell'ordine per averla cercata con così tanto impegno e per esserci stati vicino», dicono all'unanimità madre e figlio, che negli ultimi tre anni hanno aiutato e protetto Sara come hanno potuto, facendole riscoprire il senso di famiglia. La giovane, di origini campane, ci accoglie nella sua casa di contrada Vaccuta di Cirella per un'intervista.
Accenna un sorriso, ha passato giorni difficili e il suo volto ne porta ancora i segni. Mentre ripercorre la vicenda senza riuscire a trattenere le lacrime, il fidanzato la accarezza e la rassicura: «È tutto passato, amore mio». Lei prova a rimettere a posto i pensieri: «Sono andata via perché ho bisogno di aiuto, ho un sacco di problemi e ho pensato che sparire sarebbe stata la cosa giusta da fare. Ma ho sbagliato, è stata una cavolata di cui mi sono pentita subito, ma non sapevo come fare per tornare indietro».
Sara si era allontanata di casa a piedi il 4 maggio scorso, all'una e mezza di notte, gettando nello sconforto il compagno, che nelle ore successive si era subito recato in caserma per denunciare l'accaduto. «Ho sperato che tornasse subito - ci racconta Salvatore -, temevo che potesse accaderle qualcosa di brutto. Lei non si allontana mai da me, per giorni non ho dormito e non ho mangiato».
Sua madre, la suocera di Sara, si è trasferita per qualche giorno a casa del figlio per seguire la vicenda da vicino. Ancora adesso, Antonella fa fatica a parlare ripensando a quei giorni. Lei è il punto di riferimento della famiglia e soprattutto di Sara, a cui è legatissima. È stata lei a ricevere la prima telefonata, quando la giovane ha deciso di tornare. «Se io oggi ho di nuovo una famiglia - sottolinea Sara -, lo devo a loro, al mio fidanzato e a e mia suocera, che in questi tre anni non mi hanno mai lasciata sola e non mi hanno fatto mai mancare niente».
Perché è andata via
«I problemi si accavallano e io temevo di essere diventata un peso per il mio fidanzato». Risponde così Sara, quando le chiediamo i motivi che l'hanno spinta ad andarsene via, senza dare spiegazioni, nel cuore della notte. Salvatore prova a rassicurarla e, mentre le accarezza il volto, le promette che insieme supereranno ogni cosa, anche quando sarà difficile. A Sara la vita le ha provocato ferite profonde. Fatta eccezione per il fratello, non ha più relazioni con la famiglia d'origine da quando ha compiuto 18 anni. Non ha ricucito i rapporti nemmeno adesso che, con la vicenda della scomparsa, tanti suoi famigliari erano tornati a interessarsi di lei. «Madre è chi mi ha cresciuto - precisa Sara -, mia nonna e mio nonno. Io oggi una famiglia ce l'ho, il mio ragazzo e mia suocera non mi hanno fatto mai mancare niente. È loro che devo ringraziare». E spara a zero su chi in questi giorni, durante la sua assenza, aveva fatto illazioni proprio su Salvatore, l'amore della sua vita: «Nessuno si deve permettere anche solo di pensare che Salvatore avesse potuto farmi del male». Il 36enne, contrariamente, ha fatto di tutto per aiutare le ricerche, senza mai sottrarsi alle domande degli inquirenti e fornendo ogni dettaglio utile al ritrovamento.
Ecco dove si era rifugiata
In un primo momento, le ricerche si erano focalizzate su Napoli, dopo che Sara aveva avvertito un'amica, dicendole di trovarsi lì, di stare bene e di non voler essere cercata. Ma ora racconta un'altra storia: «Ho preso il treno e mi sono fermata a Praia - 20 chilometri a sud di Diamante -, sono andata sulla spiaggia e sono rimasta sempre lì, senza soldi, senza bere, senza mangiare e senza poter fare una doccia». Poi la decisione di tornare, rimettere insieme i cocci della sua esistenza e ricominciare a vivere. Salvatore è andata a prenderla in stazione e quando l'ha rivista l'ha abbracciata forte, dimenticando in un attimo l'angoscia che l'aveva attanagliato fino a quel momento. Poi l'ha portata a casa, una graziosa abitazione di contrada Vaccuta di Cirella, in cui i due convivono da alcuni mesi. «Ringrazio le forze dell'ordine per tutto quello che hanno fatto, per tutto l'impegno che hanno messo nel cercarla - dice il fidanzato -. I carabinieri e i vigili del fuoco sono stati qui per giorni per cercare di capire come rintracciarla il prima possibile. Ringrazio anche tutte le persone che si sono preoccupate per noi e che ci sono state vicino».
La richiesta di aiuto
«Anche io ringrazio tutti quelli che mi hanno cercato - dice ancora Sara -, ringrazio in particolare le forze dell'ordine, il vicesindaco Pino Pascale e l'amministrazione comunale che si sono costantemente interessati al mio caso. Mi dispiace averli fatti preoccupare. Ai ragazzi che si trovano nelle mie stesse condizioni dico di non andarsene, di non lasciare la propria famiglia, io ho fatto una cavolata di cui mi pento».
In quel momento, andare via per lei rappresentava l'unica via d'uscita di un tunnel in cui a volte non si vede la luce. Sara, tra le altre cose, ha un grave patologia, che non riesce a curare a causa dei problemi economici e vive in una casa in affitto, senza certezza del domani.
«Io ho bisogno di aiuto, devo curarmi, ho bisogno di una casa». Poi lancia un appello alle istituzioni, in particolare a Roberto Occhiuto: «Signor presidente, mi dica lei come dobbiamo fare noi malati per curarci. Le chiedo di darmi una mano, sono disperata».
Sara avrebbe anche bisogno di un lavoro, che non riesce a trovare: «Nella mia vita ho sempre fatto tutto da sola, mi sono sempre data da fare anche con i lavori più umili, nonostante le difficoltà. Adesso cerco un'occupazione a Diamante, perché non ho l'auto e posso spostarmi soltanto in scooter». Nel frattempo, invoca l'aiuto privato: «Non chiedo la luna, aiutatemi a superare questi giorni difficili. L'ideale sarebbe creare una piccola raccolta fondi, ma non so come fare». Per chiunque volesse contattarla direttamente, Sara ha aperto un profilo Facebook a suo nome.