Una multinazionale scandinava riprende il progetto vecchio di 15 anni di una società fallita. Le torri sorgerebbero tra il Parco nazionale d’Aspromonte e quello delle Serre. L'Ufficio tecnico del Comune: «Ci hanno chiesto i terreni ma non sapevamo servissero per questo»
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Un parco eolico ad Agnana, nel mezzo delle campagne della Locride. Cinque torri gigantesche, ognuna di 200 metri di altezza con pale da più di 150 metri di diametro, da piazzare tra il mare e la montagna, a due passi da quello che resta della diga sul Lordo e proprio a metà tra il territorio del parco nazionale d’Aspromonte e quello regionale delle Serre.
Cinque giganti d’acciaio da costruire ad un tiro di schioppo da una delle riserve Sic (siti d’interesse comunitario) di Natura 2000, il progetto europeo nato per preservare e tutelare gli habitat naturali ritenuti di particolare interesse. Un’idea vecchia di una quindicina di anni che è ripiombata, inaspettata, sul groppone del piccolo comune reggino per opera della Ski srl, propaggine milanese di una multinazionale scandinava, e che ha già messo in allarme le associazioni ambientaliste della zona.
Le cinque torri
Cinque “torri” capaci di generare, si legge nel progetto, una potenza attesa di 60 milioni di kWh ogni anno, e che dovrebbero essere collegate alla rete nazionale attraverso una linea di connessione lunga quasi 10 chilometri fino al comune di Siderno dove è prevista la realizzazione di una sottostazione di trasformazione. E poi cabine elettriche, piazzole (fisse e temporanee) e una manciata di chilometri di nuove strade in grado di collegare velocemente tra loro le cinque strutture. Ancora da stabilire, secondo il progetto definitivo, l’ubicazione dei macchinari di trasformazione elettrica che potrebbero essere nascosti all’interno delle stesse torri o, in alternativa, piazzati in nuove strutture da costruire ad hoc.
A sua insaputa
«Non so niente di questo progetto – dice il primo cittadino di Agnana Giuseppe Lupis – sono sindaco di questo comune da quattro anni e non mi risulta che qualcuno abbia chiesto la nostra autorizzazione per la realizzazione di questo progetto. Ad oggi non ne so niente, resto basito, ma tutto può essere, in Italia ormai funziona tutto così. Da quello che mi dicono i tecnici del comune potrebbe essere un progetto di molti anni fa, portato avanti da un’altra amministrazione».
Vecchio di 15 anni
L’idea del parco eolico (originariamente previsto anche nel territorio del limitrofo comune di Mammola) è vecchia di più 15 anni. I tecnici del comune hanno dovuto scavare a fondo in archivio nel tentativo di capirci qualcosa. E tra le vecchie carte è spuntato fuori un progetto datato 2006 che era stato presentato dalla società “Dinamica”, azienda finita a gambe per aria, per fallimento, diversi anni fa. Di quel progetto si erano poi perse le tracce, almeno fino ad una manciata di mesi fa. «Abbiamo ricevuto una richiesta di attestazione di destinazione urbanistica per una serie di terreni – filtra dall’ufficio tecnico del comune – a firma dell’ingegnere Valtolina che, scopriamo oggi, è il primo firmatario del progetto definitivo. Quel documento in genere viene richiesto da chi è intenzionato a comprare dei terreni, ma non sapevamo servisse per il progetto eolico». Convocati in comune per la settimana prossima, i tecnici della società milanese esporranno (finalmente) anche all’amministrazione comunale i dettagli dell’ennesimo parco eolico da costruire in una regione che produce molta più energia pulita di quella che consuma.
Il paradosso Jonio-Tirreno
Spulciando le carte del progetto definitivo presentato dalla Ski, una delle prime cose che saltano all’occhio è il percorso che i mezzi (quelli di cantiere e quelli che sulle colline delle Locride dovrebbero portare le mastodontiche strutture da assemblare in loco) dovrebbero percorre per raggiungere il sito di costruzione. Nella Calabria delle mulattiere spacciate come strade infatti, le stradine interne interessate dal percorso dei mezzi – molte delle quali non asfaltate – si presentano «con larghezze ridotte e con un piano viabile piuttosto irregolare». Difficile immaginare i carichi straordinari (con camion lunghi fino a 50 metri) che si arrampicano sulle interpoderali di Agnana. Senza contare che le turbine e le gigantesche pale, che dovrebbero essere fatte sbarcare nel porto di Gioia Tauro, dovrebbero poi raggiungere la Locride utilizzando la trasversale Jonio-Tirreno la cui sanguinosa chiusura è prevista, per almeno due anni, dal prossimo gennaio.
Signori del vento
La Ski srl è una società milanese emanazione di una multinazionale scandinava che da tempo ha puntato gli occhi sulla Calabria per la realizzazione degli impianti di energia eolica. La stessa Ski infatti – che ha preso le redini del progetto dalla defunta società “Dinamica” – ha in cantiere un altro parco eolico, praticamente identico a quello previsto nel territorio di Agnana, da realizzare nel catanzarese, nei comuni di Centrache, Petrizzi e Montepaone. Anche in questa occasione – i cui termini per presentare osservazioni da parte del pubblico sono scaduti lo scorso 16 agosto – il progetto prevede la costruzione di «cinque autogeneratori con potenza pari a 33 MW e delle relative opere di connessione alla rete nazionale».