Il sindaco di Rende Marcello Manna con un post sui social ha ufficializzato l'avvio della rescissione del contratto con la Parco Acquatico Santa Chiara 4.0, cui l'amministraione comunale aveva lo scorso anno affidato la gestione della mega struttura.

La scelta è maturata dopo che il clamore mediatico suscitato dalle proteste dei dipendenti non pagati ha travalicato i confini regionali, approdando anche nbelle aule del Parlamento. L'aggressione verbale del responsabile tecnico alla giornalista Erika Crispo, o forse sarebbe meglio dire gestore di fatto del parco, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Adesso bisognerà procedere a un nuovo bando per l'affidamento in concessione, con il rischio concreto che l'estate trascorra e i cancelli delle piscine rimangono chiusi. in calcer il testo dfel messaggio diffuso dal sindaco.

 

«Dopo i costanti controlli, le richieste e le sollecitazioni inviate nel corso di quasi un anno, abbiamo avviato la procedura di risoluzione del contratto con la società che gestisce il Parco Acquatico a causa del reiterarsi di fatti, comportamenti e atteggiamenti incompatibili con le finalità della concessione stessa.

Un atto dovuto, un percorso che ha visto la nostra amministrazione e, in particolare, gli uffici preposti, avviare sin dallo scorso novembre una serie di obiezioni alla società di progetto Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 per le gravi violazioni delle disposizioni contenute nel capitolato speciale d’oneri.

È venuta meno la fiducia nei confronti del delegato individuato dalla società di progetto a tenere i rapporti con la nostra amministrazione che, violando i principi di integrità, correttezza e buona fede che devono caratterizzare i comportamenti dei dipendenti della società in indirizzo e ledendo così la dignità delle persone, ha recato danno all’intera nostra comunità che ha fatto sempre del rispetto, dell’inclusività e dell’uguaglianza i propri principi identitari.

Abbiamo proceduto in maniera trasparente, vulnus del nostro agire politico, secondo un iter lungo, ma necessario per la salvaguardia dei principi di diritto e democrazia, oltre che di tutela dei lavoratori che abbiamo incontrato lo scorso venerdì in municipio.

Molte le valutazioni sbagliate che in questi giorni si sono susseguite e che sono frutto d’ignoranza rispetto alla intera vicenda documentata da atti pubblici.

In questi mesi abbiamo cercato di sostenere, nei termini di legge, l’ente gestore della struttura: abbiamo concesso la rateizzazione delle utenze, oltre ad una ulteriore proroga per il rimborso dei costi sostenuti dalla nostra amministrazione per l'energia elettrica viste le criticità connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 in atto, ma come per altre gravi inadempienze non si è trovato alcun riscontro positivo da parte della società di progetto.

Erano state chieste garanzie a tutela dei lavoratori per il tempestivo pagamento delle spettanze dovute e ad oggi nessuno stipendio è stato ancora retribuito.

Le violazioni e le inadempienze contrattuali, dunque, le costanti sollecitazioni da parte del nostro ente non recepite in questi mesi ci hanno indotto ad avviare tale procedimento di risoluzione: la cattiva gestione di un bene comune lede la nostra intera comunità ed è proprio a tutela della nostra comunità che si è deciso di intervenire».