Lo sconforto dell’autore di Africo che commenta così l’inizio dei lavori per l’istallazione di una torre alta più di 200 metri che dominerà Gerace, uno dei borghi calabresi più belli. Le ombre del progetto rivelate da un’inchiesta giornalistica di LaC News24
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«Oggi la Locride muore, nessuno dei suoi soldati risorge per mettere uno scudo tra noi e la vergogna. Moriamo così, senza spargimento di sangue, soffocati dal prezzo del nostro onore, che è costato molto meno di 30 denari». Hanno il sapore amaro della sconfitta le parole che lo scrittore di Africo Gioacchino Criaco utilizza per commentare l’arrivo, sulle colline di Antonimina, del primo elemento della nuova pala eolica che sta per essere assemblata, come LaC News24 ha raccontato nei dettagli il 25 settembre scorso con un’inchiesta giornalistica.
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Un gigante alto più di duecento metri che diventerà elemento dominante delle colline che si affacciano su Gerace e a cui dovrebbe affiancarsi un ulteriore parco eolico nel comune di Agnana, «lì dove l’Aspromonte non finisce, ma guada e prosegue fino all’istmo di Lametia – scrive ancora lo scrittore di Anime Nere affondando tra la storia e il mito del territorio – è il Torbido, il Sagra della gloria di Locri, è Spatari l’aedo sordo e muto che ha orecchie per sentire e bocca per cantare e dita lunghe e sottili per dipingere e scolpire».
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A proporre la costruzione dell’impianto di Martilla, frazione collinare nel comune di Antonimina, è stata la “Ewind 18” srl, società milanese costituita nel 2020 che si occupa di attività degli studi di ingegneria e al cui interno non risultano dipendenti. Più che una azienda a carattere industriale, una entità di carattere finanziario messa in piedi per veicolare autorizzazioni e finanziamenti, più o meno come nel caso della Ski che si occupa della costruzione di altri tre impianti eolici in Calabria.
Iniziati nel silenzio generale lo scorso mese di marzo, i lavori dell’impianto che produrrà 975 kw di potenza sono già a buon punto. Terminata la piazzola che ospiterà la torre, si attende la conclusione dei cantieri in corso sulle strade di acceso alla zona. Nelle settimane passate ruspe e scavatori hanno infatti allargato la sede stradale per consentire il passaggio dei camion giganteschi che dovranno trasportare gli elementi in acciaio della struttura.
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Nei giorni scorsi intanto, sul posto è arrivato il rotore a cui andranno attaccate le enormi pale che cattureranno il vento. Un “mulino” tecnologico alto 220 metri: «Esordisce la prima pala gigantesca, nella bellezza delle Tre Arie di Antonimina. Ci avevano detto che ci avrebbe ucciso la ‘ndrangheta, ed ecco che ci ammazza il progresso».