Il commissario dell’Asp fornisce un indirizzo email a cui inviare gli scatti con le auto in sosta vietata. La protesta delle mamme: «Ci parcheggiamo dietro le altre vetture per bloccarle». L’associazione Malati cronici: «Furbetti ovunque e nessuno muove un dito»
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Si fa prepotente il problema dei parcheggi per i disabili all’interno del perimetro dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. Prepotente come coloro che posteggiano senza criterio davanti alle strutture del nosocomio e magari rispondono male a quelle mamme che chiedono che il posto venga liberato.
E la polizia municipale che fa? Stando a una convenzione siglata a luglio con l’Asp di Catanzaro i vigili dovrebbero passare dall’ospedale due volte al giorno. Ma le madri che accompagnano i bambini a fare riabilitazione nel centro di Neuropsichiatria infantile giurano di sentirsi rispondere che «le pattuglie sono tutte occupate» ogni volta che telefonano.
Associazione Malati Cronici: «Nonostante la convenzione il problema non è risolto»
A segnalare il problema è anche l’associazione Malati Cronici che segue quotidianamente le problematiche che riguardano l’ospedale e raccoglie le doglianze dei pazienti. Giuseppe Gigliotti, presidente dell’associazione, e Giuseppe Marinaro raccontano che le cose andavano meglio quando a gestire le sbarre alle entrate dell’ospedale c’erano i volontari dell’associazione Polizia di Stato. Non si sa cosa sia accaduto ma questa convenzione, oltre un anno fa, è venuta meno. «Ora il furbetto – racconta Gigliotti – entra, parcheggia dove vuole e nessuno muove un dito». Anche Gigliotti è convinto che «non si è dato seguito alla convenzione di luglio» e comunque «le multe da sole non bastano, bisogna garantire i parcheggi con le sbarre o un sistema telematico». «Chi trasporta disabili spesso deve parcheggiare a 200 metri dalla struttura – prosegue Gigliotti – Ma se ci sono i parcheggi per il pubblico e quelli per i dipendenti perché andare a occupare i posti per i disabili? Il generale Battistini sul tema ha dimostrato sensibilità ma il problema non è risolto».
Se il commissario Asp deve chiamare i vigili
Ieri pomeriggio a chiamare i vigili è stato lo stesso commissario dell’Asp, generale Antonio Battistini. Lo raggiungiamo per telefono nel momento in cui si trova proprio all’ospedale lametino per una riunione con vertici del Giovanni Paolo II. E con i suoi stessi occhi osserva lo scempio dei parcheggi selvaggi. «Lei non può sostare qui – lo sentiamo rivolgersi a un abusivo – Deve andare via da qua… gliela faccio portare via la macchina», dice mentre la persona cerca di giustificare la sosta selvaggia in curva davanti all’ingresso del Pronto soccorso.
Secondo i dati in possesso a Battistini dalla fine dell’estate sarebbero state erogate 70 multe. Il deterrente, però, misteriosamente, non funziona. «Bisogna educare la gente ad essere civile», ci dice il generale.
Una mail per segnalare gli abusivi
«Guardi – propone – creiamo un’azione civile congiunta: chi trova un’automobile abusiva e senza il bollo può fare una foto e inviarla anche, in forma anonima, alla mail segreteriadg@asp.cz.it. Noi provvederemo – promette il commissario – a inviarla alla polizia municipale perché controlli se il mezzo ha facoltà di sostare. Se è un abusivo si provvederà a multarlo e se, cosa ancora più grave, dovesse essere un dipendente dell’azienda, oltre alla multa avrà una sanzione disciplinare».
Il generale Battistini – che ieri in riunione a Lamezia ha discusso anche del nuovo piano dei parcheggi – si è mostrato interessato a fare intervenire di nuovo le associazioni di Polizia e Carabinieri per controllare gli accessi sui posti dei disabili.
L’esasperazione di una mamma: «Non posso litigare avendo una bimba disabile in auto»
E speriamo che l’iniziativa serva a non dovere ascoltare più i racconti delle mamme che portano i figli a fare riabilitazione a Neuropsichiatria infantile. «Abbiamo preso l’abitudine di parcheggiare dietro a chi occupa i posti – racconta una delle mamme –. Li blocchiamo». Una sorta di forma di protesta che costringe gli incivili a girare per l’ospedale per far spostare la macchina. «Io – raccontano – sono costretta a pagare 15 euro per il prelievo domiciliare a mio figlio, disabile grave, e fargli fare le analisi privatamente perché davanti al Cup non trovo mai un posto, non ce la faccio a spostarla con la sedia a rotelle ora che è più grandicella e più pesante. E non posso rischiare di litigare avendo una bambina disabile in macchina».
«Quello che mi spaventa non è la malattia di mia figlia – ci viene detto – ma il mood che si è creato: “tanto non cambia mai niente”. Ma non è giusto. Non deve passare per normale quello che normale non è».