Le misure emanate attraverso il Dpcm firmato da Conte sono meno restrittive rispetto a quelle imposte con il decreto regionale di Spirlì dello scorso 18 ottobre. I comuni però stoppano con proprie ordinanze la ripresa delle lezioni
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Contrariamente a quanto accade nel resto della Calabria, nella Presila cosentina, a Celico e Casali del Manco i commercianti hanno tirato un sospiro di sollievo dopo l’istituzione della zona rossa da parte del Governo Conte. Perché le restrizioni imposte dal Dpcm sono meno rigide rispetto a quelle imposte lo scorso 18 ottobre dall’ordinanza regionale firmata da Nino Spirlì.
Diverse attività consentite
In sostanza, sempre di zona rossa si tratta ma, paradossalmente molti negozianti possono finalmente riaprire le saracinesche, ovvero gli esercenti di attività rientranti nei codici Ateco consentiti. E non sono pochi. A titolo di esempio possono tornare a lavorare i fiorai, i commercianti di abbigliamento intimo e per bambini, i parrucchieri, i negozi di telefonia e apparecchiature informatiche ed elettroniche.
Scuole aperte e chiuse
Tecnicamente possono riprendere anche le attività didattiche nelle scuole dell’infanzia, nelle elementari e nelle classi di prima media. Tecnicamente, perché il sindaco di Casali del Manco, in virtù dell’alto numero di persone positive ancora segnalate nelle contrade del paese, ha emesso una propria ordinanza di chiusura di tutti i plessi ricadenti nel territorio comunale. Scuole chiuse per ordinanza comunale anche nelle ex zone arancioni di Zumpano, Spezzano della Sila, Rovito e Mangone. A Celico invece, dove l’amministrazione è retta da un commissario prefettizio, le aule dovrebbero riaprire, non essendovi alcuna indicazione contraria in tal senso. Ma non sono escluse novità nelle prossime ore.