«Caro papà, non trovo le parole per esprimere ciò che provo. Sei una persona perbene, lo sappiamo noi e lo sanno anche loro. Non hai mai sbagliato, eppure oggi stai pagando». Nel fracasso ormai consueto in cui si trasforma in web in queste occasioni, emerge l’unica vera nota degna di essere evidenziata fuori dal mucchio. È quella di Greta, la figlia maggiore di Giuseppe Scopelliti, costituitosi questa mattina, dopo la condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi di reclusione. L’ex governatore ha varcato la soglia del penitenziario di Arghillà dopo una notte sicuramente insonne e trascorsa assieme ai suoi cari. È stata l’ultima per un po’ di tempo. Fino a quando, cioè, trascorsi almeno sette mesi in cella, non potrà fare istanza per accedere alle misure alternative alla detenzione. E deve averlo spiegato anche alla sua famiglia, l’ex sindaco di Reggio Calabria.

 

I suoi congiunti sono poi anche gli unici davvero “autorizzati” a mettere da parte la razionalità, per far largo ai sentimenti. Perché nessuno potrà mai impedire ad una figlia di urlare l’innocenza del padre, anche con una sentenza definitiva emessa in continuità con gli altri gradi di giudizio. «Ci hanno pugnalati anche una volta – scrive Greta nel suo post – questa ha fatto più male delle altre ma noi non ci arrenderemo, combatteremo fino alla fine per dimostrare la tua innocenza».

 

Una figlia che non si arrende, ancor più dopo aver fissato il padre dritto negli occhi, poco prima di lasciarlo andare: «Ricordo tutto ciò che mi hai detto con le lacrime agli occhi, le lacrime di chi, con dolore, deve salutare la sua famiglia». L’emozione si fa impegno: «Ti prometto che farò tutto ciò che mi hai chiesto e lo farò per te, per mamma, per Gilda, per noi tutti. Ti voglio tanto bene, un abbraccio forte, la tua bambina grande».

 

c. m.