«Sono mesi che segnaliamo il degrado, ma nessuno ci risponde. Abbiamo paura per noi e i nostri figli». I cittadini di contrada Piano Torre di Paola non ce la fanno più. Dove una volta c'era un dignitoso quartiere affollato in maggioranza dalle famiglie dei ferrovieri, oggi ci sono sacchetti dell'immondizia sparsi ovunque, erbacce, topi, lastre di amianto abbandonate e persino sgraditi e sconosciuti ospiti che di notte, in preda ai fiumi dell'alcool, occupano le case ormai abbandonate. Quelle vuote sono state acquisite da tempo fa da una società privata che rivendicando il diritto di proprietà, sfratta due donne sole e anziane per scadenza di un contratto che non hanno alcuna intenzione di rinnovare. Oltretutto, la società non provvederebbe nemmeno alla pulizia e alla manutenzione delle abitazioni, causando non pochi disagi ai vicini. «E' da un anno e mezzo - dice un residente - che l'Asp e i carabinieri fanno sopralluoghi per monitorare le laste di amianto, ma non si può fare la bonifica perché è proprietà privata».

Di Natale: «Diritti violati»

Paolano di origine e consigliere di maggioranza nell'assise cittadina, l'avvocato Graziano Di Natale, che è anche consigliere regionale, ha chiamato a raccolta i residenti di tutto il quartiere e ha parlato senza mezzi termini di diritti violati, richiamando alla responsabilità le parti coinvolte e minacciando immediate dimissioni in caso di mancato intervento dell'amministrazione del sindaco Roberto Perrotta cui egli stesso fa parte. «Chi vuole rimanere con la testa sotto la sabbia - dice al microfono - si rende complice di questo sistema». Poi, seguito da uno stuolo di persone, compie il giro del circondario per mostrare a telecamere e presenti la situazione in cui versano le abitazioni, ormai sopraffatte dalla vegetazione e in condizioni igieniche precarie.

La sfratto di Maria e Clara

A surriscaldare gli animi dei residenti c'è anche lo sfratto di Maria e di Clara, due anziane signore, le ultime due ad occupare gli alloggi dell'attuale proprietà. Nemmeno un'eventuale causa potrebbe salvarle. Scaduto il contratto, i padroni di casa possono decidere in autonomia di cessare ogni rapporto con affittuari e così è stato. La prima ha già lasciato l'appartamento, la seconda è ancora alle prese con scatoloni e ricordi da imballare. Va a rilento, è affaticata, ma i suoi 78 anni c'entrano poco.

Clara ha perso il figlio Paolo un mese fa, dopo che si era ammalato di Covid, e lei a stento si regge in piedi, provata nel corpo e nell'anima da una vita di sofferenze. Ma questo non è servito a fermare lo sfratto e ora, alla soglia degli 80 anni anni e con il cuore a pezzi, dovrà fare a meno di quelle mura che erano l'ultima cosa familiare rimasta dopo la dipartita del figlio e prima ancora del marito. Clara, alla sua età, dovrà reinventarsi una nuova vita per lasciare che la casa in cui finora ha vissuto venga sepolta dalle sterpaglie, come era già successo alla sua vicina malata di tumore, sfrattata già nel 2015. Sei anni dopo, la vegetazione ha abbondantemente superato la soglia del cancello di casa, diventata nel frattempo rifugio di topi e serpenti.