San Francesco è tornato ad abbracciare la gente di Paola e, idealmente, tutti i calabresi. Dopo due anni in cui i festeggiamenti per il santo patrono si sono celebrati in tono minore, a causa del Covid, la giornata del 4 maggio è tornata ad essere una occasione di incontro della comunità, stretta intorno ai valori di Cristo e del Vangelo. Gremita di fedeli l’area del Santuario in questa speciale ricorrenza che coincide anche con il periodo del centenario della elevazione a basilica minore dell'antica chiesa, iniziato nello scorso mese di ottobre.

Le chiavi della città

Roberto Occhiuto è stato per la prima volta protagonista del rito dell’offerta dell’olio e dell’accensione della lampada votiva mentre il sindaco Roberto Perrotta, che si appresta ad avviare la campagna elettorale alla ricerca del mandato-bis, ha rinnovato la sottomissione a San Francesco dei paolani, con la simbolica consegna alla statua del Santo Patrono delle chiavi della città. Proprio il sindaco, nel suo intervento, non ha esitato a sottoporre al governatore, alcune istanze di carattere politico-amministrativo assai sentite dalla popolazione locale.

Non tagliateci fuori dall'alta velocità

In particolare Perrotta ha invitato il presidente della Regione a valutare con attenzione l’economicità ed i vantaggi della nuova linea ferroviaria per l’alta velocità, inserita nel piano di finanziamenti del Pnrr. Collegando Praia a Mare con la valle del Crati, Tarsia, Cosenza fino a Lamezia percorrendo il medesimo bacino territoriale occupato dall’Autostrada del Mediterraneo, l’infrastruttura ridimensionerebbe l'importanza del tratto tirrenico cosentino ed anche lo snodo ferroviario di Paola, oggi strategico per il capoluogo bruzio e per l’intera area urbana cosentina. Il sindaco si è chiesto se valga la pena sventrare il territorio per realizzare i nuovi binari con il risultato di guadagnare pochi minuti nei tempi di percorrenza tra la capitale e Reggio Calabria e se non sia invece il caso di concentrarsi sul raddoppio della galleria del Santomarco, passante che unisce la ferrovia jonica con quella tirrenica. Ha pure ricordato il progetto del nuovo porto e chiesto di sostenere i medici ed il personale sanitario tutto, mortificato dalle condizioni precarie in cui si trova ad operare.

Terra di grandi sofferenze

Anche Roberto Occhiuto ha parlato con passione di salute e del diritto dei calabresi alle cure. «Il mio maggiore impegno è rivolto alla riforma di un sistema sanitario che per vent’anni è stato abbandonato e che ora dobbiamo ricostruire» ha detto tra l’altro, dicendosi disponibile ad aprire un dialogo con i sindaci sull’argomento, ma nelle sedi opportune. Poi, prima di procedere all’accensione del cero votivo ha sottolineato come la Calabria abbia bisogno di pace «perché è una terra di grandi sofferenze: quelle delle famiglie che educano e fanno studiare i propri figli e poi sono costretti a vederli partire per costruire altrove il loro futuro; quelle degli stessi ragazzi che vorrebbero restituire alla loro terra le capacità e competenze acquisiti durante la loro formazione».