Già impegnati nella lotta contro il tempo per evitare lo sfratto esecutivo cui, tra poco meno di due settimane, saranno costretti a dover dare contoi genitori del piccolo Aldo – bimbo paolano di dieci anni, affetto sin dalla nascita da una paralisi cerebrale per cui necessita di continua assistenza – hanno dovuto far ricorso al patrocinio di un legale per tutelare il diritto allo studio del figlio, ultimamente messo a repentaglio da una serie di anomalie verificatesi sul fronte del trasporto a scuola.

Mamma Marina e papà Rosario, esasperati dalla mancanza di comunicazioni in merito all’organizzazione del servizio, considerata l’intermittenza che ne sta caratterizzando l’espletamento nell’ultimo periodo, hanno deciso di passare alle vie legali, facendosi assistere dall’avvocato Damiano Calabretta che, senza indugio, si è fatto carico del caso, interfacciandosi immediatamente con l’ente da cui tutto dipende, vale a dire il comune di Paola.

«Quando ho appreso del disagio vissuto dal bambino – ha detto il legale – prima ancora che da professionista, ho sentito l’esigenza di affiancare questi genitori da padre, perché considero assai grave che un diritto fondamentale come quello allo studio, possa essere messo a repentaglio nel caso di Aldo, che già è gravato da una condizione che lo rende fragilissimo. Il fatto che i genitori si siano dovuti rivolgere a me – ha concluso l’avvocato Calabretta – è già di per sé un fallimento, perché in una società funzionante, dove i valori civici sono rispettati alla lettera, questo non sarebbe mai successo».

«Da diverse settimane – si legge nella costituzione in mora inviata al protocollo del municipio – il Comune di Paola non ha attivato nei confronti del predetto minore quegli strumenti che la legge prevede al fine di dare concreta attuazione al diritto fondamentale del medesimo all'istruzione e all'educazione, in particolare gli operatori che si occupavano di accompagnare il ragazzo presso l'istituto scolastico […] si presentano ad intermittenza, ad oggi mancano da ben quattro giorni, ponendo di fatto il disabile in una condizione di svantaggio, non essendo stato valutato e calibrato sul minore il sostegno necessario per consentirgli di fruire del servizio scolastico in condizioni […]alle quali l’Amministrazione è obbligata a conformarsi senza che sia invocabile dalla stessa alcuna discrezionalità nella gestione del pubblico servizio».

L’avvocato, per conto della famiglia, ha quindi intimato all’ente di «voler procedere con urgenza, ossia entro e non oltre 2 giorni lavorativi dalla ricezione della presente, ad evadere la richiesta», avvisando che – in caso contrario – il comune verrà chiamato ai danni.

Intanto, anche oggi – martedì 18 aprile 2023 – nessuno è andato a prendere Aldo a casa per portarlo a scuola, e i suoi genitori, senza mezzi per accompagnarlo, si sono fatti carico di raggiungere l’istituto a piedi, con il bambino in carrozzina esposto ai rischi che la strada porta con sé.