«È con apprensione, rammarico e sgomento che dobbiamo registrare l’ennesima grave, ingiustificata ed ingiustificabile aggressione di cui sono rimasti vittime, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Paola, i colleghi e gli altri operatori impegnati nel servizio, con contestuale e grave danneggiamento delle attrezzature».
È quanto dichiarato dall’Ordine dei medici della provincia di Cosenza in merito all’aggressione che sarebbe stata perpetrata dai parenti del bambino deceduto nella notte di domenica in seguito a un incidente stradale

«Pur esprimendo la solidarietà umana alla famiglia del piccolo – prosegue l’Ordine -, il Presidente e l’Intero Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Cosenza stigmatizzano, però, gli atti di violenza perpetrati nei confronti degli operatori sanitari in servizio, cui va la piena solidarietà di tutti i medici e gli odontoiatri».


Alla luce dell’episodio, l’Ordine ha invitato, «tutte le istituzioni interessate (Regione, ASP, Prefetto e Forze dell’Ordine) a voler porre, in essere, ciascuna per quanto di sua competenza, iniziative concrete perché anche ai medici e a tutti gli altri operatori sanitari sia assicurata la necessaria e dovuta sicurezza sul luogo di lavoro e siano ristabilite le condizioni minime per una civile convivenza che consenta agli operatori di prestare con il dovuto rispetto e con serenità la propria attività professionale. Il tutto a partire, dalla attivazione presso ogni postazione di Pronto Soccorso di un necessario, sufficiente ed efficace servizio di vigilanza».


Annunciando la costituzione di parte civile nel processo a carico dell’aggressore, i professionisti hanno auspicato «che anche tutte le altre istituzioni coinvolte e responsabili facciano lo stesso, oltre ad adottare i già più volte sollecitati provvedimenti di natura amministrativa ed organizzativa necessari a ridare decoro e sicurezza agli ambienti di lavoro e dignità e prestigio agli operatori medici che, con il loro impegno e la loro abnegazione, quotidianamente continuano, malgrado tutto, ad assicurare il funzionamento dei servizi sanitari».