VIDEO | Le drammatiche parole dall'attivista antimafia dopo il rogo che ha distrutto la sua auto e che rischiava di propagarsi alla sua abitazione: «Per fortuna ho sentito lo scoppio delle gomme e i pompieri hanno protetto la casa»
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Una notte drammatica, una casa tra le fiamme che divorano un’automobile e non hanno prodotto conseguenze più gravi solo grazie al crepitìo che sveglia tutti.
È questo il racconto che rende Enzo Infantino a poche ore dal raid incendiario avvenuto nel cuore di Palmi. L’attivista antimafia parla ancora con incredulità, mostrando i muri anneriti e il posto auto – a pochi metri dal portone di casa – devastato dal rogo che ha reso inservibile la sua Alfa.
«Ho sentito lo scoppio delle gomme e quando mi sono affacciato dalla finestra ho veramente temuto che l’incendio mi imprigionasse in casa», aggiunge l’ex assessore palmese.
Non ci sono dubbi sulla natura dolosa del gesto, e i carabinieri stanno prendendo visione delle immagini delle videocamere della zona, ricostruendo una dinamica certamente favorita dalla poca illuminazione e dalla notevole accessibilità alla casa dell’ex segretario provinciale dei comunisti italiani.
«Questa ferita prodotta da un gesto così grave – prosegue Infantino – non mi fermerà rispetto al contrasto ad una criminalità che spera di poter arrestare i processi democratici che la parte sana di questa regione determina».
Infantino, oltre che per il suo impegno per la memoria delle vittime di mafia come Rossella Casini – alla quale è intitolato il presidio cittadino di Libera - è conosciuto anche per la costruzione di un ponte solidale con i siriani rifugiati in Europa, dalla cui esperienza ha tratto il libro "Una tenda nel deserto", ed è pure promotore di una cultura volta all’accoglienza dei migranti e contro il razzismo.
Un impegno anche politico che lo ha proiettato anche fuori dai confini regionali, e tanto in questo ore è stato il sostegno morale che ha ricevuto.