Potranno continuare a svolgere le loro funzioni all’interno del Corpo di Polizia municipale i dodici indagati nell’ambito della più vasta inchiesta istruita dal sostituto procuratore della Repubblica Gerardo Dominijanni e denominata Palazzo Degli ignobili relativa ad un giro di multe cancellate ad amici e politici compiacenti. Il gip del Tribunale di Catanzaro Ilaria Tarantino ha bocciato la richiesta di interdizione dei pubblici uffici per la durata di sei mesi, rinnovabili, avanzata dalla Procura a carico del capo della polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno e del vigile Salvatore Tarantino, su cui pendono le ipotesi di accusa più gravi. Entrambi al fine di ottenere prestigio in ambito politico si sarebbero associati, con altri indagati, per far ottenere o conseguire ingiusti profitti patrimoniali con l’annullamento illegittimo di diverse multe, abusando e strumentalizzando il potere e le funzioni di cui sono investiti. E ancora Domenico Amico, Luciano Calabrese, Giuseppe Canino, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Ivan Larocca, Umberto Raimondo, Luigi Sacco, Luigi Talarico, Luigi Veraldi. Associazione a delinquere, truffa, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici sono le ipotesi contestate a vario titolo ai dodici indagati. Accuse che il gip ritiene fondate nello scrivere nel provvedimento “ sussistono gravi indizi di colpevolezza, come emerge chiaramente dalle risultanze investigative della Digos. (…). L’attività tecnica disposta e le risultanze documentali hanno consentito di disvelare l’esistenza di un sistema finalizzato a procedere all’annullamento di verbali di contravvenzione stradale elevati dal Corpo della Polizia municipale di Catanzaro. Le argomentazioni dedotte in sede di interrogatorio dagli indagati non hanno scalfito il grave quadro indiziario risultante a loro carico”. Ma c’è un tuttavia, un malgrado tutto che spinge il gip in modo “prudente” a bocciare le misure interdittive per mancanza di esigenze cautelari, dandone motivazione in appena 10 righe, decorso più di un mese dagli interrogatori degli indagati. “La personalità degli indagati – scrive il gip- i quali risultano incensurati, il tempo decorso dalla commissione dei fatti rispetto alla richiesta del pm datata 2013, il deterrente psicologico costituito dal coinvolgimento nella vicenda processuale che li ha interessati, importano a ritenere, l’assoluta insussistenza di fatti idonei a configurare un concreto e attuale pericolo di recidiva , atteso che non vi è alcuna ragione allo stato per pronosticare che i giudicabili, in mancanza di cautela, non si asterranno in futuro dal porre in essere altre condotte delittuose. A ciò si aggiunga che non emerge dagli atti alcuna circostanza per poter affermare neppure la sussistenza di un concreto pericolo che gli indagati possano inquinare le fonti prova”. Lo stesso gip aveva rigettato le misure cautelari degli arresti domiciliari per gli ex assessori Stefania Lo Giudice e Massimo Lomonaco, non perché fossero inesistenti i gravi indizi di colpevolezza. Tutt’altro. Ma perché ormai non hanno più alcun ruolo all’interno dell’amministrazione comunale.

Gabriella Passariello

 

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