Prima un medico, ora un infermiere. Il virus non risparmia chi opera in prima linea, ossia, il personale del pronto soccorso del “Nicola Giannettasio” da sempre vulnerabile al sistema di sicurezza anti-covid, a causa della presenza di aree promiscue. I due, tuttavia, hanno in comune un dato: non sono stati sottoposti al processo di immunizzazione. Come è noto, non è obbligatorio vaccinarsi, né può essere imposto. Tuttavia, gli effetti si fanno sentire soprattutto quando si è carenti di personale, così come nel caso dei presidi di Corigliano-Rossano.

La direzione sanitaria dello spoke di Corigliano-Rossano, frattanto, in mattinata ha diffuso una nota ricordando gli interventi attuati sul presidio di Rossano a partire dall’attivazione del Polo Covid, del laboratorio di Microbiologia e la Tac dedicata. Nella stessa circostanza, i vertici ospedalieri hanno contabilizzato le attività svolte dal Polo Covid: «Ad oggi sono stati registrati 85 ricoveri di cui 65 provenienti da comuni ricadenti nel territorio dell’ex Asl 3 di Rossano. I trasferiti presso la Uoc di rianimazione dell’Annunziata di Cosenza sono stati 4, il numero totale dei deceduti 9 di cui 4 ultraottantenni e 4 ultranovantenni. L’unico paziente non anziano deceduto era affetto da gravi patologie concomitanti che lo rendevano “soggetto fragile”. Attualmente sono ricoverati 15 pazienti di cui 13 residenti nel Comune di Corigliano Rossano e 2 ricadenti nei comuni dell’ex Asl 3 della Sibaritide».