Sono almeno due per il momento gli obiettivi che il commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, si è prefissato per traguardare il 31 dicembre senza provocare eccessive resistenze o contraccolpi. Entro quella data, infatti, il protocollo d’intesa – che farà da cornice al processo di integrazione tra l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e l’azienda universitaria Mater Domini – dovrà essere portato a casa evitando sgambetti all’ultimo miglio o tentativi di sabotaggio.

Sotto traccia e status quo

E così per il momento la regia dell’operazione prevede di lavorare sotto traccia senza troppa pubblicità sulle trattative in corso al fine di confezionare un pacchetto già pronto da limare, però, solo in una fase successiva. L’escamotage per superare la ferma opposizione registrata sia negli ambienti ospedalieri che in quelli universitari, da sempre riluttanti al processo di integrazione, è infatti quello di non apportare significative modifiche allo status quo.

Lavoro di bisturi

In altri termini, non si interverrà immediatamente con la scure nella pur necessaria operazione di riduzione delle unità operative complesse delle due aziende catanzaresi. Il tentativo è quello di eliminare alle radici le ragioni delle resistenze mantenendo integralmente il numero delle strutture o con marginali modifiche, almeno fino al 31 dicembre.

Il protocollo d'intesa

Il protocollo d’intesa a cui da mesi lavora la commissione paritetica e su cui dovranno apporre la firma la Regione Calabria e l’Università Magna Grecia di Catanzaro nei fatti si limiterà a ratificare l’esistente. Quindi saranno confermate in numeri le unità operative complesse già presenti nell’azienda ospedaliera e in quella universitaria, così come previste nell’allegato al dca 31 del 2021 che definiva le linee guida per l’adozione degli atti aziendali.

Nuova rete ospedaliera

Quel documento fissava rispettivamente in 41 e in 45 il numero delle unità operative complesse presenti nell’azienda ospedaliera e nell’azienda universitaria ed è questo il numero che verrà mantenuto in prima istanza, salvo qualche minimo ritocco. Il principio che ispira l’operazione è che nulla potrà essere modificato sin quando non si metterà mano in maniera più complessiva alla nuova programmazione ospedaliera. L’ultimo decreto emanato in materia è quello licenziato nel 2016 dall’ex commissario ad acta Massimo Scura, il 64 di riorganizzazione della rete assistenziale.  

Un triennio di tempo

Da qui la necessità di fissare un orizzonte temporale di più ampio respiro. La razionalizzazione delle unità operative della costituenda azienda unica di Catanzaro avverrà contestualmente alla stesura della nuova programmazione ospedaliera, affidata alle cure del commissario di Azienda Zero. Nell’arco di un triennio le due operazioni correranno di pari passo ed entro gennaio del 2026 le due aziende dovranno avere un assetto omogeneo, frutto di una razionalizzazione e di una riorganizzazione interna dei reparti.

La deroga

A quella data il numero delle strutture sarà ridotta ma non nei termini previsti dal dca 31 che preveda la presenza di 62 unità al termine del processo di integrazione. Molte di queste verranno mantenute, altre accorpate e riorganizzate, altre ancora attivate ex novo. E si spera di riuscire a spuntarne oltre una decina in più di quelle previste sulla base della presenza a Catanzaro dell’unica facoltà di Medicina in Calabria.