Il comitato civico chiede all'Azienda sanitaria interventi urgenti per fare fronte all'emergenza del coronavirus: «Fate presto, non è più possibile aspettare»
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Dopo la gestione al pronto soccorso di Locri di un caso sospetto di infezione da coronavirus, risultato negativo dopo i necessari accertamenti, è aumentata la preoccupazione dei cittadini per come ci si prepari ad affrontare questa emergenza. Il comitato “Difendiamo l'ospedale” chiede, oggi, all’azienda sanitaria di Reggio Calabria di mettere in campo tutte le iniziative per rendere operativo il presidio di Locri nella gestione del virus.
L'incontro saltato
«Abbiamo subito pensato che questo episodio – scrivono i membri del comitato - avvenuto la scorsa settimana, potesse essere visto come un prezioso campanello d'allarme, da cui trarre insegnamento. La tempestiva convocazione del Comitato dei sindaci e la notizia diffusa alla fine dell'incontro che, martedì 10 marzo, la rappresentanza dei dindaci avrebbe avuto un incontro con il direttore sanitario aziendale, Antonio Bray, per discutere sulle azioni da adottare per far fronte all'emergenza Covid-19, ci hanno rafforzato nel nostro convincimento. Oggi, veniamo a conoscenza che l'incontro non c'è stato, non conosciamo i motivi di questo rinvio e, soprattutto, non sappiamo se sono stati presi i provvedimenti urgenti richiesti».
Le domande all'Asp reggina
Il comitato sostiene di avere il diritto di sapere cosa «l'Azienda sanitaria di Reggio Calabria abbia deciso di mettere in atto per far fronte ad una situazione emergenziale così grave e importante. Gestire l'emergenza sanitaria del coronavirus, in una realtà di cronica emergenza come è quella in cui è stato, da anni, colpevolmente lasciato l'ospedale di Locri, non è di certo facile. Ma, sappiamo anche che, per non disperdere il vantaggio di una diffusione ancora relativamente lenta del virus nei nostri territori, occorrerebbe fare presto, anzi prestissimo».
Disorganizzazione e pericoli
L'ultimo bollettino della Regione Calabria diramato ieri sera certifica che le persone positive al coronavirus sono in aumento. «Ci domandiamo – attacca il comitato - come sia possibile che la protezione civile allestisca davanti al pronto soccorso una struttura per il pre-triage, al fine di consentire un percorso dedicato e protetto per la gestione dei casi sospetti, e che questo percorso diventi operativo solo dopo le proteste dei cittadini e degli stessi operatori. Sulla base dell'esperienza di altre regioni, abbiamo anche visto che sistemi sanitari ben collaudati possono non essere in grado di reggere di fronte ad una forte richiesta di ospedalizzazione e, soprattutto, di cure intensive. I tempi d'intervento a disposizione sono molto stretti e, nel fatto specifico, non servono promesse ma decisioni rapide, capaci di incidere sui numerosi problemi irrisolti dell'ospedale di Locri».
«Fate presto»
Sono queste le considerazioni che inducono il comitato a fare un appello urgente alla Direzione strategica dell'Asp di Reggio Calabria: «accelerare tutti i provvedimenti che possono dare, nell'immediato, all'ospedale di Locri la possibilità di affrontare le difficoltà che, in caso di estensione dei contagi, si verrebbero inevitabilmente a determinare. Non è più possibile aspettare».