Un ospedale allo sbando, in cui il personale medico ed infermieristico è decisamente scarso e in cui da un giorno all’altro i reparti vengono depotenziati, depauperati delle loro funzioni o cancellati e annessi ad altri. Che il Giovanni Paolo II di Lamezia Terme non sia una struttura florida e che da tempo stia cercando di risollevarsi attirando l’attenzione della politica è noto.
Ma il decreto che ridisegnerà la sanità calabrese non gioca a suo favore, anzi. E così, dopo la chiusura del reparto di Terapia Intensiva Neonatale, tra una manciata di settimane, probabilmente a settembre, l’ascia di Scura colpirà altri reparti. E a farne la spese potrebbero essere sempre i bambini. Non solo, infatti, i nati prematuramente e con problemi devono ora essere mandati a Catanzaro, ma altre criticità potrebbero nascere dall’imminente accorpamento di Neonatologia e Pediatria. A primo acchito sembrerebbero due reparti affini, ma in realtà richiedono professionalità e formazioni diverse, senza contare che il reparto di Neonatologia lametino vede tra i 1200 e i 1500 parti l’anno. Una mole di lavoro sicuramente non esigua.
Anche la Microbiologia è a rischio. Se non si dovesse intervenire, secondo il decreto andrà unita al Laboratorio di Analisi dell’ospedale. Il tutto senza che a Lamezia siano avvenute le tanto decantate nuove assunzioni e con medici stanchi e pronti a dare battaglia.