VIDEO | Si valuta l’accorpamento con Pneumologia. Intanto, il parlamentare D’Ippolito chiede di accertare con quali criteri sia stata decisa l’apertura e dove siano finite tutte le figure professionali previste dall’ex commissario Cotticelli (ASCOLTA L'AUDIO)
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È aperto da poco più di un mese il reparto Covid del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, ma potrebbe essere già a rischio chiusura o accorpamento visto il numero alto di contagi tra gli infermieri delle corsie che vanno ad incidere su un presidio ospedaliero definito nevralgico a iosa a parole, ma nei fatti emarginato, depotenziato e rinsecchito nonostante le tante professionalità ed eccellenze.
Otto al momento i sanitari che hanno contratto il virus all’interno del reparto, ma altri sette sono coloro che sono stati contagiati in ospedale durante l’esercizio della loro professione. A causa della mancanza di personale in queste ore gli infermieri sono sottoposti a turni di 17 ore.
Diciassette ore con tute e caschi anti contagio, impossibilitati ad avere il cambio. Si tratta per lo più di personale preso con mobilità urgenza dal presidio ospedaliero. La situazione sta però diventando insostenibile, ecco perché si è paventata l’ipotesi di un accorpamento con pneumologia.
Allo stesso tempo viene lamentata la mancata attenzione da parte della Regione, come evidenziato anche dal parlamentare penstastellato Giuseppe D’Ippolito che ha ricordato come l’ex commissario Cotticelli avesse parlato di assunzioni solo per il reparto Covid di dieci dirigenti medici, venti infermieri e otto Oss.
D’Ippolito chiede allora di accertare, sia per l’ospedale lametino che per gli altri interessati alla riconversione di posti letto ordinari, con quali presupposti di diritto, di sicurezza, di effettiva disponibilità di personale dedicato e di organizzazione sia stata ordinata l’apertura di reparti Covid da parte della Regione Calabria.