Proseguono i disagi davanti al Cup di Lamezia Terme. L’ultima segnalazione arriva dal responsabile del Tribunale per i diritti del malato, Fiore Isabella che a fine ottobre si è trovato davanti a un ordinario pomeriggio di caos davanti al Centro unico prenotazioni.

Erano le 14:55 quando Isabella si è recato al Cup del Giovanni Paolo II. «Circa una trentina di utenti – scrive –, alcuni addossati al totem che alle ore 15 avrebbe aperto i battenti, mi avvisavano che per poter estrarre il numerino dal totem, al momento dormiente, senza scavalcare nessuno avrei dovuto accodarmi all'ultimo arrivato. Cosa non semplice, ovviamente. Ci ho comunque provato ma con risultati, e non poteva essere diversamente, del tutto scadenti. Ho chiesto se esisteva quella lista cartacea su cui, bene o male, l'utente arrivato prima confidava, giusto per non essere scavalcato dal furbo che arrivava dopo. Mi toglieva ogni dubbio l'avviso agli utenti affisso alla vicina parete che recita così: "È severamente vietato produrre liste cartacee per poter ottenere un diritto di priorità all'apertura del totem eliminacode, si prega cortesemente di aspettare esclusivamente la apertura ufficiale del totem eliminacode per prendere il proprio numero. si rammenta altresì che il numero è strettamente personale e non cedibile per nessun motivo ad altri utenti presenti in sala”.

Dunque il responsabile del Tdm ha potuto constatare che il totem eliminacode viene spento intorno alle 12:30 per essere riacceso alle 15:00. E, da qualche tempo, è vietato organizzare liste cartacee per poter accedere, in ordine di arrivo, al totem e prendere il numerino. Era già avvilente che prima si dovesse fare una lista eliminacode per accedere al totem eliminacode. Adesso l’unica è arrivare e mettersi in fila davanti alla macchina. Non si sa cosa sia peggio, e dal Tdm si chiedono: perché non lasciare acceso il totem invece di metterlo a riposo dalle 12:30 alle 15?

«L’avviso – prosegue la nota –, dotato degli appositi loghi ma sprovvisto della firma dell'estensore, mi rinfrancava dall'iniziale disorientamento e mi induceva, però, a bussare alla porta di accesso agli sportelli; mi apriva un operatore che con modi cortesi, alla mia richiesta di conoscere le ragioni del totem posto in stand-by, mi informava che la gestione non era di loro competenza. Pertanto, per avere contezza del responsabile della gestione del totem e dell'identità dell'estensore del sopra richiamato avviso mi rivolgo ai direttori sanitari e amministrativi e al responsabile del Cup dell'Ospedale di Lamezia Terme. A loro chiedo, sempre con spirito collaborativo: quale fatto ostativo impedisce di tenere ininterrottamente in funzione, e senza interruzioni, il totem oltre il tempo di attività antimeridiana dell'ufficio? Chi impedisce di utilizzare, per il controllo dell'uso corretto del totem, qualche operatore della vigilanza, la cui presenza, all'ingresso del Cup ed anche all'interno dello stanzone che ospita gli sportelli, è difficile da non notare? Come mai non ci si è resi conto che un avviso, per usare un eufemismo, impreciso e fuorviante e un totem spento non sono oggettivamente nelle condizioni di eliminare le code ? Attendo fiducioso di avere chiarimenti sugli interrogativi posti da chi è preposto a darli. Per intanto, in alternativa ai fogli volanti adibiti a liste cartacee e per non disturbare le due ore e passa di pennichella del totem, suggerirei all'azienda di dotarsi della macchinetta manuale con i numerini regola code in uso anche dal salumiere».