I vertici dell'Asp hanno questo pomeriggio incontrato il presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori. Difficile prevedere un potenziamento del presidio senza personale disponibile
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Potrebbe avere una coda rapida quanto risolutiva, l'impasse in cui da anni si dibatte il presidio ospedaliero montano di Soveria Mannelli. Depotenziato nell'organico e nei servizi tanto da esser assurto a emblema dello spreco delle risorse pubbliche per reparti inaugurati e mai entrati in funzione.
Ma dopo l'ennesimo appello lanciato dal presidente del comitato nato in difesa dell'ospedale del Reventino, il caso è finito direttamente sulla scrivania della commissione prefettizia che guida l'Asp di Catanzaro, decisa forse a mettere definitivamente mano ad una struttura assistenziale incapace, così com'è, ad erogare risposte assistenziali ad un corposo bacino di utenti.
Elisuperficie
L'incontro nella sede catanzarese di Madonna dei Cieli era stato caldeggiato nei giorni scorsi dal presidente dell'Aaroi Emac, Domenico Minniti, con tanto di proposta passata questo pomeriggio al setaccio dai vertici aziendali. Un primo incontro a cui ne farà seguito certamente un altro ma che ha avuto il merito di fissare almeno un primo paletto: nei prossimi giorni i tecnici dell'Asp effettueranno un sopralluogo all'ospedale di Soveria Mannelli e più precisamente all'elisuperficie che potrebbe anche assurgere a presidio di prima emergenza sostituendo così l'attuale pronto soccorso, privato nelle ultime settimane del supporto di servizi strategici quali, ad esempio, il laboratorio analisi e il reparto di Radiologia.
Quindici minuti in emergenza
La proposta avanzata dal sindacato contempla la creazione di un'elisuperficie capace di intervenire in emergenza e anche nelle ore notturne trasportando i pazienti all'ospedale lametino Giovanni Paolo II in una manciata di minuti, circa una quindicina, ben lontano dagli standard attuali che nella peggiore delle ipotesi e in emergenza prevede lo spostamento in ambulanza da Soveria Mannelli verso l'ospedale della piana o al Pugliese di Catanzaro. Spostamenti lunghi e a rischio ma che potrebbero banalmente essere effettuati apportando semplici correttivi alla geografia sanitaria del Reventino.
Organici all'osso
Difficile, infatti, in questo momento storico per l'Asp catanzarese, sciolta per infiltrazioni mafiose e alle prese con criticità ben più incalzanti, metter mano alla scacchiera degli organici rimpinguando di personale un presidio periferico. La soluzione portata questo pomeriggio dal sindacato sul tavolo delle trattative potrebbe essere quindi la più semplice oltre che la meno dolorosa, consentendo un risparmio economico e anche un maggior e più utile impiego della flotta in dotazione composta da ben quattro elicotteri.