VIDEO | Lo ha ribadito nel corso dell'ultima puntata di Pubblica Piazza. A giudizio del dirigente, la riapertura è da considerarsi, a conti fatti, una palese invenzione della politica
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L'ospedale di Praia a Mare non esiste, né nella forma (giuridica) né nella sostanza. A ribadirlo, ancora una volta, è stato il direttore della struttura sanitaria, Vincenzo Cesareo, ospite nel pomeriggio a Pubblica Piazza, il programma condotto dal direttore di Lacnews24.it, Pasquale Motta. Nella puntata, initolata "Ospedale di Praia a Mare è aperto o chiuso?", il dirigente sanitario ha spiegato con chiarezza i motivi per i quali la riapertura del nosocomio praiese è da considerarsi, a conti fatti, una palese invenzione della politica. Non esiste, ad oggi, un documento che attesti la riconversione da centro di assistenza primaria territoriale, com'è indicato anche sulle carte, in ospedale, che implica invece l'attivazione di una rete di emergenza/urgenza ovviamente al momento inesistente.
L'attacco trasversale al sistema sanità
La sanità calabrese, dice rivolgendosi alle telecamere, è imprigionata in un sistema deviato che ne ha decretato il collasso. Incalzato dalle domande del direttore Motta, l'ospite in studio parla ancora di appalti milionari affidati senza gare pubbliche e di una dirigenza scellerata che preferisce pagare l'affitto degli immobili anziché acquistare farmaci per i malati oncologici. E poi insiste, l'ospedale di Praia a Mare, rimasto attivo per 41 anni prima di essere riconvertito in casa della salute nell'aprile 2012, non andava chiuso, anche perché era l'unico nosocomio del sud Italia a presentare i conti in attivo.
Allora, se il risanamento dei debiti non aveva nulla a che vedere con la struttura, perché è finito nell'ingarbugliata rete del piano di rientro sanitario regionale? Una risposta precisa non c'è, al contrario ci sono una serie di fatti ed episodi, registrati nel tempo, che inducono a pensare a un sistema organizzato finalizzato al mero tornaconto politico e personale, che passa inevitabilmente attraverso vizi e virtù della sanità privata.
Quel vano tentativo di insabbiare la verità
Chi conosce il dirigente medico cetrarese sa bene che non è nuovo a questo tipo di dichiarazioni e che non ha mai perso occasione per esternarle. Già nel gennaio del 2018 distrusse i sogni di gloria di una folta rappresentanza del Pd, che appena due mesi prima si era resa protagonista della famigerata inaugurazione del "nuovo" ospedale, suggellata addirittura dal taglio del nastro e della benedizione del vescovo. Cesareo rilasciò una intervista dove disse senza fronzoli che l'ospedale della città dell'isola Dino non era mai tornato ad essere un ospedale e che la politica stava solo traendo in inganno i cittadini. Per quelle parole, il direttore del nosocomio fu spedito innanzi alla commissione disciplinare, con l'accusa di aver leso l'immagine dell'azienda sanitaria. In realtà, l'episodio sembrò più che altro un tentativo di bavaglio, dal momento che la commissione fu poi costretta ad archiviare il caso, riconoscendo la legittimità delle pubbliche denunce.
Il reportage
Durante la puntata di Pubblica Piazza, è stato trasmesso un ampio reportage giornalistico in cui si ripercorre la vicenda dell'ospedale, partendo dalla chiusura fino alla mancata attivazione della costosissima risonanza magnetica, senza tralasciare annunci e proclami farlocchi. Le testimonianze in esso contenute sembrano confermare quanto dichiarato da Casareo.