L'Asp ha deciso: i posti letto saranno allestiti in Pneumologia, disposto il blocco dei ricoveri e il trasferimento dei pazienti. Calabrese perplesso: «Personale non è formato»
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Blocco dei ricoveri per il tempo necessario al trasferimento dei pazienti del reparto di Pneumologia. E poi ancora riduzione dei posti letto nell’area medica, fatta eccezione per le urgenze e trasferimento dei pazienti dal Pronto Soccorso verso altri ospedali. È quanto ha disposto il direttore sanitario dell’ospedale di Locri Domenico Fortugno, dopo la decisione della commissione Asp di Reggio Calabria di attivare diversi posti Covid all’interno della struttura di contrada Verga a causa dell’emergenza che sta vivendo il Grande Ospedale Metropolitano reggino. Nell’unità di Pneumologia locrese saranno allestiti nel giro di poco tempo 10 posti letto per pazienti Covid più 4 di terapia intensiva.
Una decisione a cui stavolta il sindaco Giovanni Calabrese è stato costretto ad arrendersi. «Pur confermando disponibilità al dialogo e al confronto pretendiamo garanzie per la nostra già precaria e struttura ospedaliera – ha affermato il sindaco - Ci preoccupa, però, e non poco, il fatto che anche il personale che verrà dedicato al Covid non sia stato adeguatamente formato ad affrontare la fase emergenziale dovuta al Covid». «Oggi, purtroppo, - continua Calabrese - paghiamo un prezzo altissimo in termini di vite umane e di disorganizzazione per colpa di una politica nazionale e regionale che non ha mai ascoltato, e continua a non farlo, il grido di dolore e d'allarme proveniente dalla Locride e da tutta la provincia di Reggio Calabria. Non hanno potenziato l'ospedale, non hanno fatto assunzioni - se non quelle marcatamente politicizzate -, non hanno aperto il centro Covid nell'ex ospedale di Siderno o nell'area degli uffici amministrativi dell'ospedale di Locri».
Forti perplessità sono state espresse anche dal presidente del comitato civico “Difendiamo l’ospedale” Bruna Filippone. «È assurdo avere una politica assente – ha tuonato - una Regione assente, che prima aveva prospettato un ospedale da campo per accogliere i malati Covid, poi l’utilizzo degli ex uffici amministrativi che non ci vorrebbe molto ad adibire a posti di degenza, in quanto muniti anche di passaggi di tubature per i gas medicali che sono essenziali qualora ai ricoverati servisse assistenza di tipo rianimatorio. Il tutto in una palazzina staccata dal nostro nosocomio che faciliterebbe percorsi dedicati non facendo correre nessun rischio ai pazienti ricoverati per altre patologie. Tutte queste possibilità sono state prese in considerazione ma mai attuate mentre si portano avanti i tentativi per smantellarlo».
Critico anche il movimento politico “LocRinasce”: «Il nostro movimento non è mai stato contrario all'idea che nell'Ospedale di Locri dovesse esserci una unità Covid, con un numero di posti letto adeguati alle necessità del territorio. In tal senso ha anche avanzato proposte e suggerimenti di dove allocarli. Abbiamo avuto più di un anno di tempo per trovare una soluzione idonea, ma i vertici aziendali e regionali non hanno mai voluto prendere in considerazione una seria programmazione».