A distanza di qualche giorno dalla bufera giudiziaria che ha travolto l’ospedale di Locri, il comitato civico cittadino attraverso il suo presidente Bruna Filippone torna ad alzare la voce, denunciando attraverso i social i disservizi registrati presso la struttura di contrada Verga negli ultimi giorni. «Dovevo prenotare due esami – è l’amaro sfogo –. Il servizio Cup inesistente. Adesso è consentito pagare solo con il Pos e senza la possibilità del pagamento in contanti». 

Nel mirino del presidente e attivista locrese l’impossibilità di prenotare in loco importanti esami diagnostici. «Per capire che codici devono essere presenti e cosa si deve fare per un esame – ha evidenziato Filippone – il tecnico di radiologia si è dovuto fermare e spiegare in maniera garbata e disponibile cosa devo fare e dove devo andare. Poi chiedete perché non vogliono venire nel nostro ospedale. Un holter cardiaco non si monta, la visita del pacemaker non si fa e non se ne istallano più». 

A preoccupare è anche la prossima chiusura della strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno, che da settembre renderà più complicati i collegamenti sull’asse Locri-Polistena. «Recarsi a Polistena non è più possibile già da adesso – sottolinea il presidente del comitato – perché non ne prendono più, in quanto oberati di lavoro». Insomma, per il presidente del comitato locrese i tempi sono maturi per una nuova mobilitazione popolare a tutela del diritto alla salute dei cittadini della Locride. «È arrivato il momento di alzare i toni in maniera serie e importante», ha concluso Filippone.