VIDEO | I pannelli non hanno retto al peso dell'acqua piovana. Al momento del crollo nella saletta non era presente nessuno. Il sindaco Calabrese: «Inqualificabile quanto accaduto. Mi auguro che Longo intervenga immediatamente»
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Il violento temporale che si è abbattuto sulla fascia ionica reggina nel primo pomeriggio di oggi ha causato il cedimento di pannelli controsoffitto all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Secondo una prima ricostruzione i pannelli, intasati di aghi di pino e mozziconi di sigarette, non hanno retto al peso dell’acqua piovana, caduta copiosa su tutta la Locride.
Al momento del crollo nella saletta che separa il reparto dal corridoio Covid fortunatamente non c’era nessuno. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Siderno e i funzionari dell’ufficio tecnico dell’Asp di Reggio Calabria. Presente anche il sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
L'ira del sindaco
«È inqualificabile quanto accaduto oggi pomeriggio nel nostro nosocomio. Sono bastati dieci minuti di un temporale fuori stagione per far letteralmente crollare il controsoffitto della sala d'attesa del pronto soccorso. Per fortuna non ci sono stati feriti altrimenti oltre al danno avremmo avuto la beffa». Lo scrive il sindaco di Locri Giovanni Calabrese sul suo profilo Facebook.
«Tutto ciò - prosegue - è la diretta conseguenza di incuria dovuta ad una atavica e pessima gestione della struttura ospedaliera. Purtroppo oggi paghiamo anni e anni di malagestione a tutti i livelli con le note complicità della politica. Mi auguro che il commissario Longo, stimato uomo delle istituzioni, intervenga immediatamente per trovare rapide ed efficaci soluzioni a questa situazione di degrado che da anni denunciamo contro l'indifferenza della politica. Oggi, per fortuna, è andata bene ma le conseguenze potevano essere ben più gravi».
«Purtroppo - conclude Calabrese - mentre da una parte dell'ospedale si fanno ridicole farse come quella dell'inaugurazione della 'fasulla' risonanza magnetica, dall'altra l'ospedale cade a pezzi sulla testa dei cittadini e dei poveri operatori sanitari spesso obbligati a lavorare in condizioni di estremo disagio. Vergogna, vergogna, vergogna!».